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Offensiva hacker contro i politici

Stavolta l'attacco è davvero di grosse proporzioni: nel mirino degli hacker, infatti, sono finiti i dati dei più importanti politici tedeschi fra i quali, addirittura, ci sarebbero il presidente della Repubblica, Frank-Walter Steinmeier e la cancelliera Angela Merkel. Dati violati e finiti online, per quello che è il più grande attacco hacker nella storia tedesca: secondo quanto riferito dalla radio tedesca Rbb, i dati sensibili dei politici sarebbero finiti su un account Twitter, dai numeri di cellulare agli indirizzi mail ma, in alcuni casi, anche carte d'identità, chat private e addirittura informazioni su carte di credito anche se, al momento, non ci sono conferme sulla veridicità dei dati pubblicati ma sull'attacco sì, visto che a riferire del coinvolgimento di politici statali ed europarlamentari è stata la portavoce del governo, Martina Fietz.

Politici nel mirino

Di certo, l'offensiva virtuale ha preso alla sprovvista il governo tedesco, ritrovatosi di fronte a un leak di proporzioni enormi che, oltre ai politici (praticamente l'intera rappresentenza partitistica del Bundestag, fatta eccezione per i rappresentanti di estrema destra di Alternativa per la Germania), ha visto coinvolti esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo, dei quali sarebbero state diffuse anche alcune foto private. In totale, spiega Rbb, 405 parlamentari sono finiti nel mirino degli hacker, 294 di Spd, 105 dei Verdi (in particolare il leader Robert Habeck), 82 della Linke e 28 della Fdp. Una vicenda spinosa, visti i tanti contenuti privati che sarebbero stati diffusi in rete, che ha spinto le autorità tedesche ad aprire un'indagine approfondita che sta sviluppando piste anche (e soprattutto) in direzione estera.

Barley: “Attacco alla democrazia”

Mentre i servizi segreti del Verfassungsschutz indagano sull'accaduto, il ministro della Giustizia tedesco, Katarina Barley, ha definito l'offensiva hacker “un grave attacco alla democrazia”, indicando l'autore come una persona che “vuole danneggiare la fiducia nella nostra democrazia e nelle nostre istituzioni. Ai criminali e a quanti li sostengono non dovrebbe essere permesso di dettare il dibattito nel nostro Paese”.

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