Giro di vite dello Stato di New York contro molestie e abusi sessuali sul posto di lavoro. Sull'onda del movimento Me too, lo Stato che ospita la Grande Mela ha varato a stragrande maggioranza la legge senza dubbio più dura d'America. Una pietra miliare per i diritti delle donne lavoratrici che da oggi avranno più strumenti per proteggersi, difendersi ed essere ascoltate.
Il voto
“Time is up“, il tempo è scaduto per i “predatori sessuali”, ha esultato il governatore Andrew Cuomo, che si appresta a firmare una svolta invocata da decenni. Al momento del voto nell'aula del Parlamento di Albany c'erano tante di quelle assistenti parlamentari, stagiste, dipendenti governative che negli anni hanno denunciato soprusi e violenze. Tra queste Elizabeth Crothers, le cui accuse di stupro contro un assistente parlamentare caddero nel vuoto, salvo che poi l'uomo fu arrestato per un altro caso di violenza. In aula c'erano anche le rappresentanti del Sexual Harassment Working Group, che ha lottato per arrivare al varo della nuova legislazione, grazie anche al supporto di numerose personalità non solo della politica ma anche del mondo dello spettacolo.
La legge
Le nuove norme rendono intanto molto più facile sporgere le denunce, abolendo quegli standard definiti “troppo severi” per poter dimostrare di essere stati vittime di molestie. Ci sarà poi più tempo per sporgere tali denunce, con una finestra temporale più ampia, mentre i termini di prescrizione del reato di violenza e stupro vengono allungati: attualmente erano di soli 5 anni, grazie ai quali anche l'ex produttore di Hollywood Harvey Weinstein è riuscito a sfuggire a molti dei capi di accusa che pendevano su di lui a New York. La nuova legge inoltre prevede che sul posto di lavoro si svolga una formazione anti-molestie con corsi obbligatori in diverse lingue. Rende poi maggiormente responsabili i datori di lavoro per i comportamenti “inappropriati” dei propri dipendenti e introduce norme più severe per i casi di discriminazione basata sul genere.