Novantacinque civili uccisi a Sobane-Kou, in Mali, per la gran parte appartenenti al gruppo etnico dei Dogon: questo quanto riferito da un funzionario del comune di Koundou, nel distretto di Koro, denunciando un violento raid che, a quanto pare, sarebbe stato messo in atto proprio nei confronti degli individui appartenenti a questa popolazione, perlopiù stanziata nella zona del bacino meridionale del fiume Niger. Secondo il funzionario di Koundou, i civili sono stati uccisi nella notte tra domenica e lunedì da un commando di uomini armati, i quali hanno poi bruciato i loro corpi. Nel villaggio, quasi completamente raso al suolo dagli aggressori, vivevano 300 persone anche se, al momento, non è chiaro, almeno per ora, a quale fazione appartenessero i responsabili del massacro anche se il clima in questa zona del Mali è da mesi particolarmente teso.
Le violenze
Una situazione, quella delle violenze fra gruppi etnici, che non è purtroppo una novità in Mali, soprattutto in tempi recenti. Un'escalation di repressioni reciproche sulla quale pare abbia influito in modo determinante anche la presenza di gruppi fondamentalisti islamici: ad esempio, per quanto riguarda la comunità Peuhl, i loro leader sono accusati di collaborazionismo con i jihadisti anche negli attacchi ai villaggi Dogon e, soprattutto, alle loro coltivazioni. Allo stesso tempo, i Dogon (che per la maggior parte risiedono nella zona della nota Falesia di Bandiagara), vengono additati come collaboratori dell'esercito, con il quale tuttavia non avrebbero stretto accordi formali.
Etnie in lotta
Una situazione che, negli ultimi mesi, ha visto un pericoloso incremento di violenza: solo a marzo scorso, infatti, un'altra strage era avvenuta nella regione di Mopti, nel Mali centrale, della quale furono vittime almeno 160 persone dell'etnia nomade dei Fulani e attribuita a milizie Dogon. La faida tra queste due etnie, fra le più importanti dell'Africa occidentale (coltivatori i Dogon, pastori i Fulani), ha provocato dall'inizio dell'anno centinaia di morti da entrambe le parti.