L'Italia da oggi non è più sola”. Lo ha detto il premier Conte al termine del lungo negoziato fra i 28 leader Ue che, quando l'orologio batteva le 4.30 del mattino, ha preso forma nel documento conclusivo che ha consentito di scongiurare il fallimento dell'eurosummit. Accordo raggiunto dunque ma qualche perplessità si è palesata fin da subito, specie perché, a nemmeno mezza giornata dall'intesa, emerge un punto destinato a essere cruciale sul piatto della bilancia. E' vero infatti che l'Italia non sarà più sola nel soccorso dei migranti ma è anche vero che la solidarietà, tradotta nei centri d'accoglienza, resterà su base volontaria. A smorzare gli entusiasmi ci ha pensato lo stesso Emmanuel Macron che, al termine della nottata di lavoro e dopo qualche ora di riposo, ha raggiunto di nuovo Bruxelles per prendere parte al secondo appuntamento dell'eurovertice, precisando che “l'accordo sui migranti raggiunto nella notte tra i Paesi Ue coniuga responsabilità e solidarietà” ma anche che “la responsabilità resta dei Paesi di primo arrivo”.
Nodo al punto 6
Parole, quelle del presidente francese, che non lasciano spazio agli entusiasmi: “Accettiamo la mutualizzazione dell'organizzazione e i finanziamenti europei – ha detto -. I centri di accoglienza nella Ue sono su base volontaria, vanno fatti nei Paesi di primo ingresso, sta a loro dire se si candidano ad aprirli”. In tutto questo, conclude, “la Francia non è un Paese di primo arrivo”. Il riferimento di Macron è al punto 6 delle conclusioni sottoscritte dai 28, nei quali si parla per l'appunto della ripartizione su base volontaria dei migranti approdati sulle coste europee. Un cavillo che rischia di far restare l'Italia, se non al punto di partenza, solo poco più avanti, in quanto la posizione della Francia si attaglia più all'area Visegrad che a quella mediterranea. Del resto anche il premier Conte, lasciando l'Hotel Amerigo di Bruxelles a notte inoltrata, aveva commentato dicendosi soddisfatto ma precisando che “se avessi scritto io il testo qualcosa l'avrei fatta diversamente. Ma non ero solo, eravamo in ventotto”.
Merkel: “Nessuna intesa sui movimenti secondari”
Al termine del secondo round dell'eurosummit, Conte ha risposto alla frenata del presidente francese: “Macron? Era stanco. Lo smentisco”. Il premier italiano ha spiegato che nell'accordo raggiunto “non si fa riferimento a un Paese di primo transito o di secondo transito”, precisando che a proposito dell'articolo 12, nel quale si parla della riforma di Dublino, “siamo tutti d'accordo”. Poi sposta il discorso sulla Germania: “Non ho sottoscritto nessun impegno specifico con Merkel – ha detto in riferimento alle parole della cancelliera tedesca a proposito della necessità di un accordo sui movimenti secondari -. Ho chiarito alla cancelliera Merkel che non avremmo accettato di parlare di movimenti secondari se non avessimo parlato prima di movimenti primari”. E anche Merkel conferma che sul tema c'è tutt'altro che un'intesa: “Non c'è nessun accordo concreto. Per l'Italia è un problema cruciale la migrazione primaria, per ora è una posizione che rispetto”. Per quanto riguarda il nodo centri, Conte ha precisato che “l'Italia non ha preso nessun obbligo per mettere in piedi questi centri controllati” e “non vede assolutamente nessuna possibilità”. La partita resta aperta.