Continua a preoccuare i mercati la situazione della lira turca, in caduta libera nelle ultime ore con ribassi particolarmente sostanziosi sui titoli delle banche. Una crisi, infatti, che rischia di avere ripercussioni anche sullo spread, tanto da mettere in allarme anche la Bce e gli istituti bancari di mezza Europa, tra cui anche Unicredit, Bnp Paribas e la spagnola Bbva. Secondo il 'Financial Times', il calo della moneta turca sta toccando i minimi storici anche se, almeno per ora, la situazione non avrebbe ancora raggiunto livelli critici, pur restando sotto strettissima sorveglianza da parte degli osservatori economici dell'Unione. A calmare un po' le acque ci ha provato il ministro delle Finanze, Berat Albayrak, spiegando che entro il 2020 l'inflazione verrà dimezzata e che il surplus del capitale sta rendendo più solido il sistema bancario e più forti i singoli istituti di credito.
La situazione
Anche Erdogan ha cercato di minimizzare affermando, come riportato da 'Reuters' che “ci sono diverse campagne in corso” contro il suo Paese, invitando la popolazione a “non prestate loro alcuna attenzione”. Il presidente turco ha poi rivolto un invito ai suoi concittadini: “Non dimenticate questo: se loro hanno i dollari, noi abbiamo la nostra gente, il nostro diritto, il nostro Allah”. Ora, in attesa delle nuove parole di Erdogan che, inevitabilmente, toccheranno anche il piano economico (un po' per la crisi, un po' per le promesse fatte prima del voto di un rilancio dell'economia turca), il monitoraggio su quanto accade al di là dei Dardanelli rappresenta una priorità per gli osservatori dei mercati finanziari: nell'ultimo anno, infatti, la moneta turca ha perso un terzo del valore e non solo per la politica di contrasto alle potenze europee ma anche, spiegano gli esperti, per il monopolio imposto da Erdogan sul controllo dei sistemi finanziari e della banca centrale, prospettiva che avrebbe fortemente condizionato l'economia turca e, di riflesso, rischia ora di condizionare quella europea.
Il ribasso
Si tratta principalmente di motivazioni politiche, dunque, quelle che stanno portando la lira a un picco verticale che appare difficilmente arrestabile: il calo è particolarmente sensibile e, nei confronti del dollaro, si attesta a una percentuale del 7%, facendo registrare il minimo assoluto di 6,24 a uno. Per Bloomberg, la perdita complessiva sulla moneta americana è del 13,5%. Un quadro tutt'altro che confortevole in ottica europea, con la Bce a monitorare le oscillazioni valutarie che, al momento, sembrano ad alto rischio per i creditori locali.