La Commissione europea sta portando avanti “contatti intensi con gli Stati membri” per risolvere lo spinoso caso delle navi Sea Watch e Sea Eye, in attesa del via libera per lo sbarco dei 49 migranti trasportati.
Trattative
Ieri nella riunione degli ambasciatori dei 28 ci sono state “discussioni costruttive” – ha riferito il portavoce dell'esecutivo comunitario – la posizione della Commissione, già espressa, resta che “gli Stati devono ora mostrare solidarietà concreta e le persone a bordo devono essere sbarcate in sicurezza e senza ulteriore ritardo”. “Alcuni Stati – ha aggiunto – hanno espresso la volontà di contribuire a questo sforzo comune e ora continuano i contatti”. Ieri sera l'annuncio che una decina di Paesi, tra cui anche l'Italia e la Germania, erano pronti ad ospitare alcuni migranti bloccati da giorni al largo di Malta ma solo se La Valletta avesse aperto i porti. Ma il governo maltese ha rilanciato chiedendo di ricollocare anche i 249 migranti salvati nei giorni scorsi. E la questione “nave” non è all'ordine del giorno del consiglio Affari europei come ha precisato il ministro degli italiano degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi. “Può darsi che venga evocata, ma non è detto che se ne debba discutere” ha detto.
In attesa
A bordo la situazione, dopo 18 giorni di stallo, resta tesa. Ma almeno, riferisce l'ong Sea Watch con un tweet, “tutti mangiano di nuovo“. Alcuni migranti avevano cominciato ieri a rifiutare il cibo, esasperati dalle condizioni a bordo. Intanto i media internazionali si sono raccolti negli uffici della organizzazione non governativa a Berlino dove è in corso una conferenza stampa. “Altissimo interesse mediatico alla conferenza stampa di @seaeyeorg e #SeaWatch circa le 49 persone sulle nostre navi. Attendiamo ancora invano l'interesse dell'Unione europea per una soluzione”, si legge in un altro tweet.