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Joshua Wong, lettere da Berlino

Non ĆØ piĆ¹ a Hong Kong il leader della protesta, il giovanissimo Joshua Wong. Dalla rovente cittĆ  nel sud-est della Cina, il 22enne fondatore di Demosisto (arrestato e rilasciato nei giorni scorsi, accusato di aver fomentato disordine pubblico)Ā ha iniziato un tour europeo, con un'intenzione semplice quanto chiara: esportare nel Vecchio continente la rivolta contro l'extradition bill che, ora come ora, ha assunto contorni ben piĆ¹ ampi della singola legge sull'estradizione in Cina, che nel frattempo ĆØ stata ritirata. Wong ora ĆØ a Berlino, invitato dalla Bild, ed ĆØ da lƬ che lancia il suo appello affinchĆ© le potenze occidentali inizino a guardare con piĆ¹ convinzione verso Hong Kong, da lui ritenuta “la nuova Berlino nella nuova Guerra fredda” perchĆ© “i suoi cittadini sono la frontiera contro il governo autoritario di Pechino”.Ā Per il momento, Wong si limita a una richiesta: quella di condannare le violenze contro i manifestanti che, ha spiegato, sono aumentate esponenzialmente nelle ultime settimane. Per Wong la polizia ha “raggiunto un livello barbarico”, grazie alla “luce verde” concessa dalla governatrice Carrie Lam.

La richiesta

Dalla capitale tedesca Wong ripercorre le tappe della protesta e ribadisce che “il ritiro dell'extadition bill non ĆØ abbastanza” per una generazione che “avrebbe dovuto cambiare il sistema dall'interno” ma che la Cina ha contribuito a farne una sorta di esercito dissidente che, durante la protesta, ĆØ andato incontro a un crescendo di dure repressioni. Ecco perchĆ©, ha detto il giovanissimo leader, “l'Europa dovrebbe sospendere le trattative commerciali finchĆ© i diritti umani non saranno messi in agenda“. Una richiesta esplicita, che estende il sentimento di rancore di Hong Kong al ben piĆ¹ complesso tema delle relazioni economiche fra potenze: “Speriamo che in futuro, quando l'Unione europea negozierĆ  con Pechino, vengano evidenziate le violazioni dei diritti umani in Cina”. Dichiarazioni che a Pechino non sono passate inosservate tanto che, a strettissimo giro, il governo cinese ha deciso di richiamare in patria il suo ambasciatore in Germania.

Verso gli Usa

Il messaggio berlinese avrĆ  un seguito anche Oltreoceano, visto che Joshua Wong ha giĆ  annunciato il suo imminente viaggio negli Stati Uniti dove, fra gli altri, incontrerĆ  il senatore Marco Rubio. Una tappa probabilmente cruciale, per capire fin dove la sua idea di esportare le ragioni dei dimostranti del Porto profumato possa spingersi e quali risultati possa ottenere. Da Berlino, per ora, arriva un appello all'Europa tutta e, probabilmente, i toni che assumerĆ  nella sua visita americana saranno simili. Resta da capire se, con Washington e Pechino ancora sul terreno dello scontro per la questione dazi, gli Usa assumeranno posizioni piĆ¹ concrete della semplice condanna.

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