Sanctions are coming”. Più o meno come l'inverno che la famiglia Stark invocava a più riprese nella serie Game of Thrones. La butta sul mainstream Donald Trump (con tanto di tweet ricalcato sulle locandine della nota serie tv), parlando dell'imminente ripristino delle sanzioni contro l'Iran, revocate dopo l'accordo sul nucleare firmato nel 2015 da Barack Obama e con l'orizzonte del 5 novembre come nuova data zero. Il problema semmai è che, rispetto ai gelidi inverni invocati nel motto dei lord protettori del Nord, il ripristino delle sanzioni a carico di Teheran che il predecessore di Trump aveva cancellato dai provvedimenti made in Usa ha avuto l'effetto di scaldare gli animi delle forze in campo, con il governo Rouhani che, più volte, ha manifestato il proprio dissenso alzando i volumi della discussione con Washington e annunciando repliche a tono.
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Otto esentati
La notizia, però, è che fra i Paesi che subiranno gli effetti delle nuove sanzioni a Teheran, potrebbe non esserci l'Italia. Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha annunciato assieme al segretario del Tesoro Steve Munchin che i principali destinatari delle sanzioni saranno più che altro il settore energetico e quello degli operatori portuali e della cantieristica navale. Fra gli 8 esentati che potranno continuare a importare il petrolio iraniano, per l'appunto, potrebbe esserci proprio l'Italia: ad annunciarlo, in via nemmeno ufficiosa a dire il vero, è un'indiscrezione dell'Associated Press, secondo la quale il nostro Paese resterebbe fuori dall'ombra del “sanctions are coming”, limitandosi a ridurre sensibilmente l'import (a meno che non risultino fra i due che, fra questi otto, chiuderanno le importazioni entro qualche settimana dall'entrata in vigore del provvedimento).
La critica dell'Ue
Al momento non è noto quali saranno gli 8 Paesi esenti (la conferma arriverà probabilmente lunedì) e, d'altronde, il ripristino delle sanzioni non cessa di far discutere e di incassare critiche da più direzioni. Non ultima, in questo senso, la remora dell'Unione europea, con l'Alto rappresentante per la politica estera della Ue Federica Mogherini che, assieme ai ministri di Esteri e Finanze di tre Paesi europei (Francia, Regno Unito e Germania), si è detta “profondamente contraria alla reimposizione ulteriore di sanzioni da parte degli Stati Uniti”. L'Ue, precisa, continuerà a “proteggere gli operatori economici europei” e mantenere aperti i “canali finanziari effettivi con l'Iran” oltre che le “esportazioni di petrolio e gas”, ritenendo l'intesa del 2015 come un accordo “cruciale per la sicurezza dell'Europa, della regione e del mondo intero”.