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Austria, è il giorno del voto: Kurz favorito e rischio ultradestra

Una tornata elettorale da brividi quella che ha preso il via in Austria. In una sorta di remake del 2016, quando la destra populista rischiò seriamente di guadagnarsi la presidenza della Repubblica (andata poi al Verde Van der Bellen dopo un testa a testa con Norbert Hofer), i sondaggi più recenti vedono un largo consenso per gli oltranzisti del Fpoe, il partito euroscettico guidato da Heinz-Christian Strache, il quale rischia seriamente di ottenere un posto di assoluto rilievo nel prossimo governo. Una variante da tenere in debita considerazione visto che, con 6,4 milioni di austriaci chiamati alle urne, l’ultradestra potrebbe acquisire quel tanto di influenza che basta a mettere in pratica l’eventuale annunciato dietrofront rispetto a Bruxelles a favore di uno schieramento con la linea del quartetto Visegrad.

Kurz favorito

Fermo restando che le elezioni anticipate potrebbero portare alla guida del Paese il giovanissimo Sebastian Kurz, leader del Partito popolare definito (probabilmente solo per anagrafica) dai più il nuovo Macron, il rischio di un boom dell’ultradestra è quanto mai probabile, considerando che gli ultimi sondaggi hanno visto Strache e compagni oscillare tra il 25 e il 27% delle preferenze: il che significherebbe terzo o, addirittura, secondo posto agli exit-poll (previsti per le 17). Per il momento, col 31%, il 31enne dei Popolari resta in testa, con i socialdemocratici del cancelliere uscente, Christian Kern, che incalzano alle spalle dei populisti di destra con il 23%. Uno scenario che lascia aperte più strade e che costringe il resto d’Europa (Italia compresa) a osservare con attenzione quanto succede sulle Alpi. L’attuale ministro degli Esteri nonché candidato Kurz, del resto, adotterebbe una linea conservatrice propria dell’Ovp di cui è attualmente alla guida al quale ha dato il suo nome (Liste Sebastian Kurz – Die neue Volkspartei), in una sorta di programma anti-immigrazione tutt’altro che europeista. Questo anche se, almeno per ora, il giovane aspirante cancelliere non ha fornito risposte esaustive in merito alla sua linea governativa. Di certo, il candidato è lo stesso che, pochi mesi fa, ha chiesto la chiusura della rotta mediterranea e indetto l’incontro che (senza la Grecia, la quale ritirò per questo il proprio ambasciatore) ha inasprito i controlli sui Balcani, stringendo sull’immigrazione e contribuendo ad accrescere le tensioni a Idomeni.

Giovani austriaci

Più chiaro il programma dell’ormai ex delfino di Jorg Haider, Strache: chiudere all’immigrazione illegale (con rischio di nuovi guai al Brennero) e optare per un’Austria sullo stampo di una democrazia plebiscitaria. Del resto, la bagarre elettorale che potrebbe portare a una svolta (o più che altro a una sterzata) a destra i vicini d’oltralpe, è supportata da un recente sondaggio dell’Apa che, di fatto, ha inquadrato i millennials austriaci (nel Paese si vota a 16 anni) come fortemente orientati a barrare la casella dei partiti di destra. Con buona pace dei socialdemocratici di Kern (appena il 13% dei giovani opterebbe per lui, nonostante una linea più dura adottata dal Spoe sui migranti) e dell’idea originaria di Europa: Kurz e Strache, cancelliere e vice, è uno scenario possibile.

 

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