Si apre oggi, in un clima alquanto teso, la Conferenza sulla sicurezza di Monaco, con l’attenzione focalizzata sui rapporti tra Ue e Usa, le spese per la difesa e l’avvio dei negoziati per la pace in Ucraina.
L’annuncio
Donald Trump ha annunciato una riunione oggi a Monaco, dove comincerà la Conferenza per la sicurezza, fra “rappresentati della Russia, dell’Ucraina e degli Stati Uniti”. Ma Kiev smentisce “discussioni con funzionari russi” in Germania. Oggi “c’è un incontro a Monaco, la prossima settimana in Arabia Saudita, non con me e il presidente Putin ma con dei funzionari. Ci sarà anche l’Ucraina”, ha spiegato Trump. “Voglio che quel bagno di sangue in Ucraina si fermi. È troppo presto per dire come andranno le trattative”, ha spiegato Trump che non ha risposto a chi gli chiedeva a cosa potrebbe rinunciare la Russia in un accordo. “Ha conquistato una buona fetta di territorio. Forse rinuncerà a molto, forse no. Il negoziato è appena iniziato ed è troppo presto”, ha proseguito il presidente Usa. Il tycoon ha quindi ribadito di non vedere un motivo per cui un Paese come la Russia vorrebbe l’Ucraina nella Nato. “Lo hanno detto molto tempo prima di Putin” che erano contrari a Kiev nella Nato, e “penso che questo sia stato il motivo del conflitto”.
L’ammonimento
Il vicepresidente Vance, in un’intervista al Wall Street Journal, poi ammonisce Mosca: gli Usa colpiranno la Russia con sanzioni e potenzialmente con azioni militari se Putin non accetterà un accordo di pace con l’Ucraina che garantisca l’indipendenza a lungo termine di Kiev. Vance ha affermato che l’opzione di inviare truppe Usa in Ucraina se Mosca non negozia in buona fede rimane “sul tavolo”. L’Ucraina deve avere “indipendenza sovrana”, ha aggiunto. Il Wsj commenta che Vance ha usato “un tono molto più duro” rispetto al segretario alla Difesa Pete Hegseth, il quale aveva suggerito che gli Usa non avrebbero impegnato le forze. Vladimir Putin, da parte sua, vuole organizzare quanto prima un vertice con Trump per parlare di pace in Ucraina e di altri argomenti, perché considera Washington il suo “principale interlocutore”, anche se Kiev “in un modo o nell’altro” parteciperà ai negoziati. Il giorno dopo la telefonata fra il tycoon e il capo del Cremlino, seguita da quella tra lo stesso Trump e Volodymyr Zelensky, il commento del portavoce di Putin, Dmitry Peskov, non ha certo l’effetto di rasserenare il presidente ucraino e i leader europei, che manifestano tutta la loro inquietudine e irritazione per la mossa di Trump. Anche se, in serata, lo stesso tycoon ha provato a tranquillizzare Kiev, assicurando che sarà al tavolo dei negoziati.
Le reazioni
Zelensky ha detto che “non è stato piacevole” vedere che Trump ha chiamato il Cremlino prima di rivolgersi a lui. “Non accetteremo alcun negoziato bilaterale sull’Ucraina senza di noi“, ha aggiunto. Forte anche la reazione di Kaja Kallas, che ha manifestato tutti i timori per un possibile accordo a tempi di record fra Trump e Putin che tagli fuori l’Europa: “Qualsiasi soluzione rapida sull’Ucraina è un affare sporco”, e “non funzionerà”, ha tuonato la responsabile della politica estera della Ue. Ma Peskov ribatte affermando che “gli europei dovranno probabilmente parlare con Washington per chiedere un posto” al tavolo delle trattative. Anche Trump non batte ciglio e tira dritto per la sua strada, definendo quelle avute ieri con Putin e Zelensky delle “belle chiacchierate” che offrono la “possibilità di mettere fine a quella orribile e sanguinosa guerra”. Il capo del Pentagono, Pete Hegseth, ha assicurato che quello del tycoon “non è un tradimento”: semplicemente “è il miglior negoziatore del pianeta, e solo lui può portare le potenze al tavolo”. Ma Trump, quasi ad aggiungere sale sulle ferite, si dice d’accordo con Putin sul fatto che Kiev non possa entrare nella Nato. “Questo – ha detto – va avanti da molti, molti anni. Lo dicono da molto tempo, che l’Ucraina non può entrare nella Nato, e io sono d’accordo”. La Russia non si fa pregare per aggiungere alle parole di Trump altri commenti poco rassicuranti per Zelensky e le capitali europee. Caustico, come è nel suo stile, l’ex presidente Dmitry Medvedev, che paragona l’Europa a una “frigida zitella pazza di gelosia e di rabbia” perché “non è stata avvertita della chiamata Putin-Trump e non è stata consultata sui suoi contenuti”. Ma, pur rispettando i toni istituzionali, anche i commenti del Cremlino rispecchiano la volontà di riservare all’Unione europea un ruolo secondario nel processo negoziale. È prematuro parlare di un possibile ruolo europeo, perché “per ora non è possibile dire nulla sulla configurazione delle parti” coinvolte, ha detto in conferenza stampa il portavoce Peskov. La stessa risposta ha dato a chi gli chiedeva di un possibile coinvolgimento della Cina, che da parte sua si è detta “soddisfatta” nel vedere gli Stati Uniti e la Russia “rafforzare la comunicazione”.
I possibili sviluppi
Poi, in un’intervista trasmessa in serata alla televisione di Stato, Peskov ha calcato la mano: “Il nostro principale interlocutore è Washington“, ha affermato il portavoce di Putin, per poi fare una sorta di concessione a Kiev. “In un modo o nell’altro – ha detto – l’Ucraina parteciperà ai colloqui. Ci sarà un percorso bilaterale russo-americano di questo dialogo e un percorso che sarà relativo al coinvolgimento dell’Ucraina”. I negoziatori russi e americani, ha aggiunto Peskov, si sono messi al lavoro per preparare un vertice, che negli auspici di Mosca dovrebbe tenersi “rapidamente” perché i due leader “hanno molto di cui parlare”. Non solo di Ucraina, ha sottolineato il portavoce, ma di diversi altri argomenti che stanno a cuore alla Russia, comprese “tutte le questioni relative alla sicurezza nel continente europeo”. Quanto a Trump, all’indomani della telefonata con Putin, sono proseguiti i segnali concilianti nei confronti dello zar. “Gli credo a quando si tratta della pace in Ucraina. Mi piacerebbe riaverlo al G7: la Russia dovrebbe sedersi al tavolo”, ha sottolineato il presidente americano. Mosca era stata esclusa dal G8 nel 2014 dopo l’invasione della Crimea. Trump inoltre vuole incontrare sia Putin che Xi Jinping, “non appena le cose si sistemeranno”, per parlare delle spese della difesa: “Dovremmo dimezzare il budget militare”, il suo auspicio.
Fonte: Ansa