E'già diventato un'icona di diversità e integrazione JagMeet Singh, il carismatico leader del Nuovo partito democratico (Npd), candidato alla carica di primo ministro nelle elezioni che si tengono oggi per rinnovare la Camera dei Comuni del parlamento canadese, ma il candidato dovrà sfidare i due favoriti: l'attuale primo ministro, Justin Trudeau (Partito Liberale) ed Andrew Scheer (Partito Conservatore). Fra i candidati vi sono anche Elizabeth May (Verdi), Yves-Francois Blanchet (del partito nazionalista Bloc Québécois) e Maxime Bernier (Partito Popolare del Canada).
Trudeau, tra ascesa e caduta
Nel novembre del 2015, il Paese decise di accogliere il nuovo: con il mandato di primo ministro conferito al figlio dell'ex premier Pierre Trudeau, il Canada volle dare un messaggio netto contro qualsiasi pregiudizio si potesse serbare verso i “rampolli”. Non è un caso che, nell'immaginario pubblico, la scalata politica del giovane Trudeau sia stata vista come un incontro sul ring, con un ex supplente di teatro intenzionato a sfidare il veterano Patrick Brazeau, del Partito Conservatore. Quel novembre di quattro anni fa, il Paese decise di scommettere sul sogno targato Trudeau, nonostante l'etichetta di figlio di papà e di conchiglia vuota, come venne allora definito dai Conservatori. In questi quattro anni, il Canada ha saputo fare grandi investimenti, ha aumentato la spesa pubblica con un netto calo della disoccupazione. Tutto a favore di Trudeau, dunque, mentre calava la parabola del partito d'oppisizone, con Brazeau accusato di frode e appropriazione indebita e, in seguito, arrestato perché in possesso di droga. Eppure, il primo ministro è investito da un calo di consensi. Su di lui pesa una foto che lo ritrae con la faccia colorata di nero per una festa a tema e la comunità afroamericana non gli ha perdonato un gesto ritenuto offensivo. In aggiunta al caso blackface, il primo ministro è stato coinvolto in uno scandalo portato alla luce dal quotidiano Globe & Mail relativo alle pressioni fatte da Trudeau sull'allora procuratrice generale Jody Wilson-Raybould affinché, in un processo, favorisse la società SNC-Lavalin, legata al Partito Liberale di Trudeau. Sebbene il primo ministro sia uscito dall'empasse senza grosse conseguenze, ne è conseguito un danno d'immagine che oggi sicuramente peserà sul voto.
La ricetta vincente di Singh
Se il dibattito dello scorso 7 ottobre ha avuto per protagonisti Trudeau e Scheer (Partito Conservatore), JagMeet Singh ha dalla sua i giovani. Il candidato primo ministro si vuole rivolgere, infatti, alle nuove generazioni, e ha condotto la sua campagna attraverso il loro linguaggio, come l'utilizzo del nuovo social network Tik Tok. In un'intervista fatta a CP24.com, Singh ha dichiarato di rivolgersi ai giovani “perché sono quelli dimenticati dai politici di oggi”. Quattro anni fa, l'affluenza degli elettori più giovani aveva toccato il 12% con Trudeau in cima alle preferenze degli under. Gli scandali sopraccitati, però, hanno minato la sua credibilità: i sondaggi danno a Trudeau un 33% di consenso, equamente ripartito con Scheer. Con il 18% assegnato a Singh, è probabile che il candidato primo ministro sarà l'ago della bilancia per uno scenario politico di coalizione con la maggioranza che verrà a crearsi. In attesa dell'esito del voto, una cosa è chiara: Trudeau è ormai ritenuto parte di una classe politica stantìa: i suoi trascorsi con la società affiliata al suo Partito Liberale hanno contribuito alla ridefinizione della sua immagine come legata a un passato che i giovani sentono l'esigenza di superare. Un argomento, su tutti, che è spia di ciò che sta accadendo riguarda le politiche “green”: Trudeau è stato attaccato dai partiti di opposizione per la poca incisività della sua agenda ambientale. Da parte sua, Singh, facendosi portavoce dei giovani elettori più dello stesso partito dei Verdi, ha risposto che “scegliere tra Scheer e Trudeau sulle questioni ambientali, sarebbe come scegliere fra il Signor Negare e il Signor Posticipare”. Per il neo candidato, la strada verso il successo rimane la forza della passione: “La passione è ciò che può cambiare i Paesi” ha dichiarato in un'intervista a Global News ieri a Vancouver: “Voglio assicurarmi che a vincere siano i canadesi” ha sottolineato.