Nell’ex colonia britannica di Hong Kong è in atto un “rivolta” contro la legge sulle estradizioni in Cina. Come riporta il sito del giornale South China Morning Post, alcuni manifestati sarebbero entrati nella sede del parlamento, la polizia avrebbe risposto sparando gas lacrimogeni e fumogeni dentro il palazzo. Una situazione che appare addirittura peggiore della “rivoluzione degli ombrelli” che blocco la città per 79 giorni.
Le ragioni
I motivi delle proteste è la legge sulle estradizioni in Cina proposta dal governo molto vicino a Pechino. Una norma che, a detta dei manifestati indebolirebbe le libertà civili sul territorio semi-autonomo, permettendo ai tribunali cinesi di giudicare per reati commessi ad Hong Kong. Migliaia di persone, soprattutto giovani, hanno riempito le strade del quartiere governativo di Wan Chai bloccando gli accessi agli uffici. Molti di loro hanno chiesto un giorno di permesso al lavoro o dagli impegni di studio per manifestare contro una modifica della legge sulle estradizioni.
La vittoria
In una nota diramata poche ore fa, il Consiglio legislativo di Hong Kong ha precisato che la seduta per approvare la norma, prevista per questa mattina alle 11 ora locale, “è stata spostata a data da destinarsi che sarà comunicata in seguito ai membri del Consiglio”. Ai manifestati che bloccano le strade il capo segretario di Hong Kong, Matthew Cheung ha rivolto un appello invitando i manifestanti a disperdersi e obbedire alla legge. “Invito anche i cittadini che si sono riuniti a mostrare capacità di controllo il più possibile, a disperdersi pacificamente e non sfidare la legge”, ha dichiarato il segretario. La polizia, inoltre, ha dichiarato che le proteste sono diventate una “rivolta”, chi venisse arrestato ora rischia pene molto severe.
Pechino
Il partito comunista cinese continua a sostenere l’azione del governo locale. Il portavoce del ministero degli Esteri cinesi, Geng Shuang, ha affermato che qualsiasi azione che danneggi Hong Kong è “osteggiata dalla pubblica opinione locale”. Nella conferenza stampa quotidiana, Geng ha sollecitato gli Usa a parlare e ad agire con cautela su Hong Kong.