Il 25 maggio a Roma si aprirà il XIX Congresso nazionale della Cisl, la Confederazione Italiana Sindacati dei Lavoratori. È un’assise importante che purtroppo ha dovuto subire un ritardo di un anno a causa del perseverare dell’epidemia di Covid – 19. Il nome per esteso della Cisl sta a significare che essa è frutto di una decisione dal basso proveniente da diverse Federazioni di categoria formatesi antecedentemente alla costituzione della Confederazione. Il processo di avvio della Cisl inoltre non finisce al Congresso costitutivo del 30 aprile del 1950, ma dura oltre un anno, fino al novembre 1951 quando fu approvato lo statuto. Come tutti i Congressi nazionali anche questo è stato preceduto da centinaia di assemblee e congressi che sono partite dai posti di lavoro, fino a livello nazionale e regionale per le categorie e le strutture territoriali, mettendo insieme i livelli organizzativi verticali (le Federazioni di categoria) con quelli territoriali (le Unioni sindacali territoriali e regionali).
Un processo organizzativo complesso, ma sostanziale per garantire la partecipazione degli iscritti, degli attivisti e dei dirigenti ad ogni livello. Quando si sentono le critiche alla lentezza ed alla burocrazia delle organizzazioni sindacali, non si fa mai riferimento al rispetto delle procedure partecipative, che sono essenziali per un’organizzazione sociale come il sindacato dei lavoratori. Il sindacato dei lavoratori probabilmente è la più grande organizzazione sociale del mondo, associando e tutelando milioni di lavoratori in tutti i continenti, anche laddove fare sindacato vuol dire rischiare la vita quotidianamente. Non per altro la libertà di organizzazione sindacale è un parametro fondamentale per definire se uno stato è democratico o meno.
La Cisl, fondata da Giulio Pastore, insieme ad altri sindacalisti fuoriusciti dalla breve esperienza della Cgil unitaria del secondo dopoguerra frutto del Patto di Roma, è stata da sempre definita il “Sindacato Nuovo” e questo non perché era appena nato, ma perché esso era e lo è ancora, una rottura della tradizione sindacale italiana e non solo, che fino ad allora aveva visto sindacati di ispirazione social-comunista, rivoluzionaria, cattolica e comunque legata a partiti politici con l’aggiunta degli ultimi anni dove le dittature avevano creato sindacati di comodo.
Come viene ricordato anche nel titolo di una pubblicazione appena uscita vi è una frase attribuita a Pastore che afferma: “Dobbiamo creare tutto dal nuovo”. Ed infatti la concezione dell’autonomia del sindacato rispetto ai partiti ed anche al mondo religioso è stata evidente nelle sue scelte di allora ed in quelle di oggi. Come viene spesso ricordato anche oggi, la Cisl non ha mai governi amici o governi nemici, le sue decisioni, comprese quelle sugli scioperi, sono legate a contenuti di merito. Che poi la Cisl si ispiri anche alla Dottrina sociale della Chiesa Cattolica è un fatto, ma allora definirsi aconfessionale, era una profonda novità. Il ruolo e l’autonomia dei corpi sociali intermedi vengono vissuti dalla Cisl in maniera innovativa, grazie all’aiuto del prof. Mario Romani, che affiancò Pastore nell’elaborazione della nuova cultura del sindacato libero che dovendo forgiarsi ex novo ha perciò bisogno di una intensa formazione dei propri iscritti, che proprio grazie a Romani e Pastore trova nel Centro studi di Firenze un luogo quasi “sacrale”.
Le scelte che fece allora la Cisl sono state decisive e lungimiranti, per tutto il mondo del lavoro.
La Cisl scelse subito il mondo occidentale, pensando il sindacato come soggetto sociale e rappresentativo dello spaccato lavorativo che avesse piena cittadinanza per sé e per i lavoratori nelle dinamiche del libero mercato e nella dialettica tipica delle democrazie occidentali che allora si stavano consolidando.
La Cisl è una libera associazione, frutto della libertà associativa che vale per ogni cittadino; quindi, non solo promossa e partecipata dai propri soci, ma libera anche dal controllo dello stato, da cui non vuole dipendere ed essere regolata, pur naturalmente nel pieno rispetto delle norme di legge e di convivenza civile.
La Cisl fu tra i fondatori del sindacato libero internazionale, ruolo non scontato viste le conseguenze della guerra e le vicende politico sindacali italiane, dove il sindacato comunista, la Cgil, si era affiliato alla centrale sindacale mondiale legata a Mosca, da cui ne uscirà solo qualche anno prima della caduta del muro.
La Cisl scelse e lavorò convintamente per il Piano Marshall, la CECA e i Trattati di Roma per la nascita dell’Unione Europea, a differenza sempre della Cgil, che inizialmente avversò tali iniziative salvo poi convertirsi negli anni successivi.
La Cisl lanciò per prima la contrattazione decentrata, affinché la redistribuzione dei guadagni aziendali fosse più rispondente alle situazioni del mercato.
La Cisl è il sindacato della partecipazione, perché intende la crescita economica e lo sviluppo della nazione come frutto del confronto e della collaborazione tra le parti sociali, che devono partire da un riconoscimento reciproco pur nelle dovute differenze di ruolo. Da qui il richiamo dei nostri giorni alla necessità di un nuovo Patto sociale tra le diverse organizzazioni ed il Governo, per definire insieme un percorso di impegni reciproci per uscire, insieme, da questo lungo periodo di crisi.
Questo XIX Congresso nazionale arriva all’interno di un lungo periodo di complessità. Quando ci si stava lentamente riprendendo dalla crisi 2007-2013, la pandemia ed ora la guerra, hanno aperto scenari inattesi e molto complicati che richiedono ai vari soggetti sociali di fare un salto di qualità, in tutti i sensi. La dimensione internazionale dei problemi, i molti fattori che si intrecciano sia alla radice che per le possibili soluzioni, rendono difficile immaginare scenari futuri positivi, almeno a breve.
In questi anni di pandemia il lavoro ha dimostrato di essere ulteriormente centrale nella vita delle persone. Lavori che in genere sono considerati di poco valore hanno dimostrato la loro essenzialità, dal cassiere o l’addetto al riempimento degli scaffali del supermercato, all’addetto alle pulizie specialmente negli ospedali, dagli autisti che consegnano le merci al piccolo negoziante di paese. Le persone hanno cercato in tutti i modi di rimanere legati al proprio lavoro; l’esplosione del lavoro agile, a distanza, lo ha consentito ed è stato vissuto come un legame dagli stessi lavoratori. Il sindacato con i Protocolli sulla sicurezza ha realizzato un percorso che ha permesso di lavorare in tranquillità sui posti di lavoro, evitando l’esplosione di focolai di contagio.
È il momento però di concretizzare il superamento di questa fase; il Pnrr può darci una spinta ad accelerare le riforme e la realizzazione delle necessarie infrastrutture; tuttavia, bisogna essere coscienti che l’intero paese deve impegnarsi per migliorarsi in ogni aspetto a cominciare dalla qualità del lavoro, della formazione, della partecipazione.
La Cisl con il Congresso nazionale cercherà di definire le sue strategie per i prossimi anni, farà sintesi del processo partecipativo di tutti questi mesi, cogliendo le proposte che sono state fatte dagli iscritti nelle assemblee e nei congressi dei vari livelli. Da qui la Cisl continuerà nella sua storia al servizio dei lavoratori e dell’Italia.