Ci avviciniamo alla fine dell’anno liturgico e la Parola della domenica ci invita a vivere con Sapienza: spesso siamo “distratti”, non alimentiamo la nostra anima e, come le vergini del Vangelo di Matteo che attendono lo sposo, cioè Cristo, anche noi rischiamo di addormentarci, troppo impegnati negli “affari” del mondo.
Così, viviamo credendo che ci sia sempre tempo, che domani potrò convertirmi, quando metterò la testa a posto e forse sarò anche più vecchio…
Un comportamento che assomiglia a quello di chi nella vita mai si decide a crescere, mai accetta di prendere decisioni serie: come quando nel campo sentimentale si rinvia la decisione di sposarsi, tanto c’è sempre tempo e poi “potrei anche trovare l’Amore vero…”.
Come le vergini stolte della parabola, non ci si rende conto che ormai il tempo è passato, gli anni della decisione sono ormai trascorsi e non tornano.
Vivere con “Sapienza” è il primo dono che tutti dobbiamo chiedere, come fa il re Salomone, che per questa richiesta riceverà dal Signore anche tutto quello che avrebbe desiderato, ma che non aveva ritenuto così importante chiedere a Dio: perché il tempo non ci appartiene, quello che possiamo fare oggi, domani non sarà più realizzabile.
“Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante…” leggiamo nel libro dell’Ecclesiaste.
E sì, perché la nostra vita ha un ritmo, è come una sinfonia e quando sbagliamo i tempi tutto diviene confusione, soffriamo senza capire neppure il perché, dando spesso la colpa agli altri.
Come in tutte le sinfonie, c’è un direttore da seguire: Cristo.
Siamo invitati come le vergini sagge a guardare al Signore, cercando di entrare nei suoi disegni di armonia, nei suoi piani d’amore: prendere “olio” nelle nostre lampade significa rendere la nostra vita come una magnifica sinfonia.