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Via il cartellone della blasfemia

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Dilaga purtroppo un’indignazione a intermittenza. Davanti ai luoghi più simbolici della cristianità in Italia, un sito di escort ha provocatoriamente lanciato una campagna pubblicitaria che mercifica in modo blasfemo le Sacre Scritture. Stranamente nessuno di quelli che si stracciavano le vesti per il pericolo di strumentalizzare i simboli religiosi e il depositum fidei, hanno fiatato in nome forse di una male interpretata idea di laicità. E così in piazza Duomo a Milano e in quel Colosseo emblema insanguinato del martirio cristiano (proprio la location delle Via Crucis papali), un portale che già dal nome scambia gli esseri umani per oggetti da acquistare, allo stesso modo di quanto fatto in altre città italiane, campeggia la foto di una ragazza intenta ad addentare uno sfilatino, sovrastata dalla citazione sacrilega dell’insegnamento di Gesù: “Non di solo pane vive l’uomo”. A pochi giorni dal premio conferito in una scuola romana ad uno spot che inserisce scandalosamente un contraccettivo nell’Annunciazione, il dio denaro fa scempio anche della parola divina. Un magnate del petrolio diceva che l’economia siede a capotavola rispetto alla politica e alla morale. Insomma per denaro si può far tutto, pure ridicolizzare e far mercimonio del Vangelo, basta invece un atto di devozione per far calare la scure sulla politica. Eppure anche la Corte Costituzionale ha appena stabilito che, come diceva profeticamente don Oreste Benzi, nessuna forma di prostituzione è veramente libera, perché dietro ci sono sempre gravi condizionamenti e situazioni di necessità. Chiedo perciò che le istituzioni preposte al pubblico decoro, soprattutto in un momento di forte istanza paritaria uomo-donna, provvedano tempestivamente a porre fine a questo scempio che offende la sensibilità religiosa e civile dell’intera popolazione che in quei simboli e in quelle sacre parole si riconoscere.

Deve essere davvero così se nella città culla del cattolicesimo ci si affretta a rimuovere i cartelloni contro l’aborto ma poi si tollera che il mondo intero veda la blasfemia di massa contaminare le sacre pietre della cristianità. Ovviamente sono consapevole che gli uomini di mondo non si stupiscono più di nulla, e che anche in televisione si intonano canti sacri per promuovere un’acqua minerale, però stavolta si è fatto veramente un passo verso l’abisso. Nel momento  in cui nel mondo (e ieri lo ha nuovamente ricordato Papa Francesco) si assiste inermi alla strage per fame di milioni di innocenti, si ride laicamente, e verrebbe da dire laidamente, dell’uso improprio di un alimento che in larghe fette di popolazione scarseggia e non solo nel terzo mondo. Tra l’altro il sito in questione ha avuto, per ricorrere ad un eufemismo, il “buon gusto” di esporre, senza alcuna forma di maschera virtuale, una giovanissima modella per rendere ancora più esplicito il messaggio nella simulazione di un atto sessuale. Lungi da noi invocare censure ma lo stesso raziocinio che ad esempio nella laicissima Francia impedisce di indossare in spiaggia il burkini, dovrebbe tener fede, si fa per dire, ad un antico adagio della nostra saggezza popolare: “scherza con i fanti, ma lascia stare in santi”.

don Aldo Buonaiuto: Fondatore e direttore editoriale di In Terris, è un sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII. Da anni è impegnato nella lotta contro la prostituzione schiavizzata