Editoriale

La vergognosa “globalizzazione dell’indifferenza”

Tra le oscurità della nostra condizione umana, il mistero del dolore è preminente. La morte di gente innocente risucchiata dal “Mare Monstrum”, il Mediterraneo, la dice lunga. Mi riferisco in particolare alla notizia di questi giorni: centotrenta morti per un’altra strage annunciata.

Tutte le autorità europee sapevano da due giorni che nel Canale di Sicilia c’erano 3 barconi messi in mare dai trafficanti libici. Eppure nessuno, nella civilissima Europa, ha inviato navi per soccorrere i migranti in balia del mare in tempesta. In questo caso le responsabilità umane sono palesi e manifestano l’egoismo che attanaglia la società contemporanea. Per favore, allora, non chiediamoci dov’è Dio, ma dov’è l’uomo “creato a sua immagine e somiglianza”.

La risposta, a pensarci bene, è una sola: l’abbiamo lasciato annegare nel mare dello squallore, dell’indifferenza e dell’egoismo più becero e arrogante. Anche noi cristiani, che, solitamente, assolviamo noi stessi con la pretesa d’essere credenti, dovremmo avere il coraggio di confessare la nostra palese omertà. Quella di non dare voce ai senza voce, a coloro che vivono nei bassifondi della Storia, dimenticati da tutto e da tutti. Purtroppo, spesso, duole doverlo scrivere, è la demagogia a prendere il sopravvento, manipolando le coscienze, col risultato che, come il sacerdote e il levita della parabola del Buon Samaritano, passiamo oltre.

Quando il dolore, dunque, viene generato dall’uomo stesso (poco importa se direttamente o indirettamente) siamo di fronte ad una categoria che non lascia libero nessuno e se ascoltiamo davvero la voce della nostra coscienza, ogni tentativo di non occuparsene o di far finta di niente si scontra con la cruda realtà che non fa sconti. Dimenticare che i problemi delle “periferie del mondo”, quelle in cui si muore per inedia e pandemie, dove si combattono guerre sanguinose in nome del “dio denaro” o imperversano regimi dittatoriali che tutelano, sempre e comunque, interessi faziosi, significa, davvero, essere fuori dal tempo e dalla Storia. Soprattutto, per dirla con papa Francesco, assecondare la “globalizzazione dell’indifferenza”, è un gravissimo misfatto contro Dio e contro l’uomo. Per dirla sempre con le parole del pontefice, “un’autentica vergogna!”.

padre Giulio Albanese

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