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Un patto per l’emergenza educativa

credito: SAVERIO DE GIGLIO

“La scelta di un giovane dipende dalla sua inclinazione, ma anche dalla fortuna di incontrare un grande maestro”, scrive la scienziata Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina. “Gli insegnanti devono amare con curiosità antropologica quella tribù di alunni che ogni mattina si trovano di fronte”, osserva affettuosamente lo scrittore e docente liceale Daniel Pennac. Troppe volte noi adulti, di fronte a gravi episodi o vere e proprie tragedie che vedono come protagoniste negative le nuove generazioni, scivoliamo nell’errore di colpevolizzare pregiudizialmente i giovani senza considerare le mancanze e la scarsità di mezzi delle agenzie educative. Da tempo, invece, il Papa testimonia l’esigenza di un patto inter-generazionale per fronteggiare l’emergenza educativa a partire proprio dalla valorizzazione sociale della scuola.

Oggi nel mondo si celebra la Giornata degli insegnanti ed è un’occasione preziosa per evidenziare il ruolo fondamentale dell’istruzione e per riconoscere l’impegno di chi ogni giorno contribuisce alla formazione dei nostri ragazzi. “Se un insegnante non è aperto a imparare non è un buon insegnante e non riesce a rendersi interessante – evidenzia Francesco -. I ragazzi capiscono, hanno ‘fiuto’ e sono attratti dai professori che hanno un pensiero aperto, ‘incompiuto’, che cercano un ‘di più’ e trasmettono questo atteggiamento agli studenti”. A livello globale la ricorrenza odierna consente perciò di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle sfide che i docenti affrontano, sull’inadeguatezza delle risorse disponibili e sull’urgenza di una giusta valorizzazione professionale. E’ interesse prioritario della comunità, infatti, che il contributo di maestri e “prof” sia riconosciuto e sostenuto, rafforzando il loro ruolo nella società.

Esattamente trent’anni fa l’Unesco ha istituito questa giornata mondiale per migliorare le condizioni lavorative e professionali degli insegnanti in ogni angolo del pianeta. L’obiettivo della ricorrenza è proprio quello di promuovere il sostegno alla professione docente a partire dalla formazione, dal reclutamento e dalle condizioni lavorative. Educare, infatti, è una vocazione, una missione. “Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quando amore mettiamo nel dare”, evidenzia Madre Teresa di Calcutta. Dobbiamo riflettere sul valore che gli insegnanti apportano alle vite degli studenti e delle rispettive famiglie. Spesso, il loro lavoro silenzioso e costante passa inosservato, ma il loro impatto si estende ben oltre le mura scolastiche. “Ho l’immagine del mio primo insegnante, quella maestra che mi ha preso a 6 anni, al primo livello della scuola – ricorda Jorge Mario Bergoglio -. Non l’ho mai dimenticata. Lei mi ha fatto amare la scuola. E poi io sono andato a trovarla durante tutta la sua vita fino al momento in cui è mancata, a 98 anni. E questa immagine mi fa bene! Amo la scuola perché quella donna mi ha insegnato ad amarla come sinonimo di apertura alla realtà”. Tanto più in questo tempo di crisi internazionali e di minacciosa chiusura dei cuori, l’istruzione è un pilastro della collettività.

Ogni insegnante contribuisce a plasmare non solo il sapere, ma anche i valori e le competenze delle future generazioni. “Celebrare la Giornata mondiale significa riconoscere che il progresso di una comunità dipende in gran parte da chi si dedica con passione alla formazione degli altri – avverte l’Unesco – In una contemporaneità in rapida evoluzione, il ruolo dei docenti è più che mai determinante: investire nella loro valorizzazione non è solo un tributo, ma un impegno verso un futuro più consapevole e inclusivo”. Nelle udienze e negli incontri il Pontefice richiama incessantemente l’attenzione delle istituzioni su “tutta la scuola: piccoli e grandi; insegnanti, personale non docente, alunni e genitori; statale e non statale”. E sottolinea: “Sappiamo bene che ci sono problemi e cose che non vanno ma io ho sempre messo al centro la scuola: da alunno, da studente e da insegnante. E poi da vescovo. Non si cresce da soli e serve sempre uno sguardo che aiuti a crescere”.

Le organizzazioni internazionali hanno lanciato un allarme globale. La carenza di insegnanti sta raggiungendo livelli critici in molti paesi, con gravi ripercussioni sull’istruzione. Entro il 2030 saranno necessari oltre 69 milioni di nuovi insegnanti per rispondere alla crescente domanda di istruzione. Tuttavia molti docenti stanno abbandonando la professione, spesso a causa di condizioni lavorative difficili, retribuzioni insufficienti e mancanza di supporto. Una situazione emergenziale che non è solo un problema educativo, ma una vera e propria urgenza sociale, con implicazioni a lungo termine per lo sviluppo e il progresso. “La scuola non è un parcheggio, è un luogo di incontro nel cammino: si incontrano i compagni, gli insegnanti, il personale assistente. I genitori incontrano i professori, il preside incontra le famiglie”. E noi oggi abbiamo bisogno di questa cultura dell’incontro per conoscerci, per amarci, per camminare insieme. Tutto ciò è fondamentale proprio nell’età della crescita, come un complemento alla famiglia. “La famiglia è il primo nucleo di relazioni: la relazione con il padre e la madre e i fratelli è la base, e ci accompagna sempre nella vita – afferma il Papa -. Ma a scuola noi ‘socializziamo’. Ci confrontiamo con persone diverse da noi, diverse per età, per cultura, per origine, per capacità. La scuola è la prima società che integra la famiglia. La famiglia e la scuola non vanno mai contrapposte, sono complementari e devono collaborare nel rispetto reciproco”.

Un antico proverbio africano recita che “per educare un figlio ci vuole un villaggio”. E invece senza un’azione concreta e immediata, il diritto all’istruzione rischia di essere compromesso, mettendo in pericolo il futuro di milioni di bambini e giovani in tutto il mondo. Spetta a tutti e a ciascuno difendere e sostenere la formazione dei giovani. La nostra responsabilità di adulti, raccomandava don Oreste Benzi è favorire relazioni umane in cui un “ragazzo possa sviluppare la pienezza di sé, scoprire di avere un senso nel mondo, acquisire un futuro e rendersi conto di contribuire alla costruzione di cieli nuovi e nuova terra”.

don Aldo Buonaiuto: Fondatore e direttore editoriale di In Terris, è un sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII. Da anni è impegnato nella lotta contro la prostituzione schiavizzata