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Nell’umiltà diventiamo più forti

“Armiamoci e partite”, potrebbe essere la sintesi del Vangelo di questa domenica. Perché in teoria piace a tanti seguire il Vangelo, a parole tutti diciamo di amare Gesù, ma pochi lo fanno davvero. Perché vivere la fede significa combattere, amare Cristo vuol dire entrare nei progetti di Dio che non ci assicura una vita tranquilla, ma meravigliosa. Che vale la pena di essere vissuta. La fede è un fatto, è credere ad una Parola e seguirla nella propria vita.

I Santi, come Padre Pio che abbiamo ricordato pochi giorni fa, hanno combattuto duramente la battaglia della fede, conoscono bene Dio…sanno che amare Dio vuol dire fidarsi di Lui, che per tutti ha progetti di Salvezza. Ma Dio ci ha fatti liberi! Fino all’ultimo, possiamo resistere alla grazia di Dio e non solo rifiutarla come fa l’uomo del Vangelo di Matteo che dice solo a parole di voler seguire Cristo, ma anche ingannarci.

Non fate nulla per rivalità o vanagloria”, ci dice San Paolo nella seconda lettura: possiamo essere nella Chiesa cercando incarichi e onori. Possiamo così distorcere tutto, ingannarci, mettere la fede al nostro servizio…al servizio del successo, dell’essere stimati, dell’uomo, al servizio dell'”io”. L’uomo che usa la fede per lui, lo dimostra nei fatti perché non ama nessuno, se non gli è utile per i suoi progetti. E Gesù un giorno potrà dire; “Io non ti ho mai conosciuto”.

Solo l’umiltà può aiutarci a non essere ingannati, che non è altro che scoprire la verità di chi siamo realmente, che non siamo migliori di nessuno, che tutto è Grazia. Solo Cristo può donarci la capacità di amare, perché per quanto grandi cose faremo nella chiesa, per tanta carità e onori, se non saremo un po’ simili a Cristo, Lui non ci riconoscerà. E i pubblicani e le prostitute, che sanno di essere bisognosi di misericordia e di perdono, quindi non giudicano gli altri, ci passeranno avanti: loro non hanno “medaglie” di cui vantarsi.

Chiediamo al Signore di guarirci dal nostro senso di giustizia, dall’ipocrisia, dalla ricerca di onori e Dio ci benedirà. Perché “Dio resiste ai superbi; agli umili invece dà la Sua grazia…perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato” (Lc 18,14) e così “molti degli ultimi saranno i primi”.

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