Il fenomeno della migrazione di minori non accompagnati è un dramma umanitario di dimensioni enormi che si consuma in diverse rotte migratorie, inscindibilmente correlate agli accadimenti geopolitici, quali: « il deserto del Sahara, la foresta del Darién al confine tra Colombia e Panama, l’America centrale, il nord del Messico, alla frontiera con gli Stati Unit,i e il Mare Mediterraneo», come ricorda Papa Francesco, all’inizio dell’anno in corso, nel discorso ai membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede.
Siffatta immane tragedia, che si consuma in tutto il mondo, ha come protagonisti bambini, bambine e adolescenti che lasciano il loro Paese, volontariamente o involontariamente, con o senza genitori o adulti legalmente responsabili per loro. Questi giovanissimi esseri umani, devastati dalla paura di guerre, violenze, povertà estrema, fuggono da luoghi dove è impossibile restare.
Con speranza e tenacia, affrontano viaggi migratori attraversando deserti, foreste, fiumi e mari, profondamente segnati da drammi molto più grandi di loro. Sulle spalle, portano il fardello pesante, e troppo spesso costante, delle atrocità indicibili a cui hanno assistito e, molte volte, anche subito. Alcuni partono da soli, altri perdono gli affetti più cari lungo le diverse rotte migratorie e arrivano soli come Jasmine (nome di fantasia), la bambina di 12 anni proveniente dalla Sierra Leone, unica superstite di un naufragio al largo di Lampedusa di una imbarcazione partita dalla Tunisia.
In Italia, alla data del 30 giugno 2024, sono stati censiti 20.206 minori stranieri non accompagnati (MSNA), provenienti da 65 paesi diversi. Quasi 14mila MSNA provengono dal continente africano; seguono: i paesi dell’Est Europa (4.949 MSNA), il continente asiatico (1.268 minori) e quello americano (40 MSNA). Arrivano soprattutto da Egitto (3.924 minori), Ucraina (3.811), Gambia (2.274), Tunisia (2.145) e Guinea (1.679). Relativamente all’età dei MSNA, il suddetto rapporto evidenzia che quasi il 75% ha più di 16 anni, il 25% ha 16 anni, il 14% ha 15 anni, il 10% ha un’età compresa tra 7 e 14 anni e l’1% ha fino a 6 anni di età.
Questi rapporti di approfondimento semestrali sui MSNA (pubblicati sul sito istituzionale del Ministro del lavoro e delle politiche sociali) – oltre a riportare i dati, il quadro normativo italiano e internazionale e le procedure – danno voce ai tanti minori arrivati in Italia da soli, accolti e accompagnati in percorsi di integrazione attraverso lo studio, i tirocini formativi e l’ingresso nel mondo del lavoro. Testimonianze intrise di dolore e di speranza, ma anche di riscatto sociale e di grande esempio di umanità: molti ex minori soli si sono integrati e aiutano, facendo anche volontariato, i MSNA in fuga da conflitti, disuguaglianze e instabilità che approdano in Italia, inseguendo il sogno di avere un futuro. Storie grondanti di sofferenze inimmaginabili che non possono che aprire il cuore di ognuno di noi e impedire di cadere nella tentazione di trincerarci dietro la paura e la diffidenza.
Adolescenti, bambine e bambini soli, vulnerabili, senza genitori, che necessitano di cure e protezione, come richiede la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC), stella polare in tema di diritti di tutti i minori.
Del resto, è innegabile che questa drammatica situazione umanitaria “che interroga le coscienze di ciascuno e l’intera società” si connota, proprio, perché pone al centro della questione “i valori fondanti della civiltà perché nei diritti e nelle opportunità dei più giovani si specchia il grado di umanità, di libertà, di coesione dell’intera comunità”, come si legge in un messaggio inviato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella a Monsignor Gian Carlo Perego, Presidente della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei e della Fondazione Migrantes.
Guardando, con gli occhi del cuore, ognuno di questi bambini che arrivano soli, senza figure adulte di riferimento, l’operato di chiunque intenda realizzare quel “sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole” – rievocato nell’enciclica “Fratelli Tutti” – può essere sintetizzato, come scrive il Santo Padre, in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.