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La Trinità: modello di ogni convivenza umana

Il Concilio Vaticano II afferma che c’è “una certa similitudine tra l’unione delle persone divine e l’unione dei figli di Dio nella verità e nella carità” (GS. 24). La Trinità è il modello ultimo di ogni rapporto, di ogni convivenza umana. La vocazione di ogni famiglia, di ogni comunità ecclesiale, di ogni confraternita è di sforzarsi di divenire, in un certo senso, un’immagine della SS. Trinità, fondendo insieme tutte le differenze umane nell’unità tra anziani e giovani, donne e uomini, ricchi e poveri. Noi non esistiamo come creature solitarie abbandonate alla paura di un destino crudele e inevitabile che porta alla morte, ma siamo fatti per la comunione con la Santissima Trinità, di cui ci parla San Paolo nella seconda lettura invitandoci a vivere nella gioia, nel coraggio, nella pace, nell’amore. Noi come cristiani siamo chiamati a testimoniare con la nostra fede la presenza del Dio Uno e Trino nella nostra vita, con la nostra speranza il destino eterno dell’uomo fatto per la vita, con la nostra carità l’amore stesso di Dio che si rende sperimentabile attraverso il nostro amore. Per sentirci tutti fratelli siamo chiamati ad essere portatori di speranza e operatori di pace.

Papa Francesco ci invita a guardare Maria che cammina nella fede. La sua eccezionale peregrinazione nella fede rappresenta un costante punto di riferimento per la Chiesa». Ella si è lasciata condurre dallo Spirito, attraverso un itinerario di fede, verso un destino di servizio e fecondità. La fede di Maria fu grande quando l’angelo la vide sorpresa di essere stata scelta, vergine capace di prendere su di sé tutti le prove della vita per compiere la volontà di Dio. La fede di Maria fu grande nella dolce e dura notte del Natale, quando riconobbe nel frutto della sua carne il dono del Padre per mezzo dello Spirito davanti a cui si inchinano i pastori e i magi. La sua fede fu grande quando suo figlio si perse e quando Maria di Nazareth comprese che egli doveva ormai seguire la strada indicatagli dal Padre suo. La sua fede fu grande quando il figlio, arrivato alla maturità, lasciò la bottega del falegname e decise di iniziare un viaggio senza ritorno, quando propose al figlio a Cana di risolvere l’imbarazzo di due giovani sposi, quando fu necessario stare accanto alla croce ingiusta, e quando le fu annunciato che suo figlio era risorto.

Il cammino comune verso il prossimo Giubileo, scandito dagli appuntamenti sinodali, è una grande opportunità di rigenerazione della speranza che come confraternite possiamo mettere in campo, accompagnando i cercatori di luce del nostro tempo ad alzare gli occhi verso Gesù Cristo, «Luce delle Genti», che apre ad una speranza certa sul futuro.   La Vergine Maria, fervente nello Spirito, lieta nella speranza, forte nella tribolazione, perseverante nella preghiera, madre sollecita e premurosa per le necessità dei suoi figli, ci sostenga nella nostra testimonianza d’amore a servizio di Dio e del prossimo e Ci aiuti a vivere la nostra vocazione alla santità nella vita ordinaria di ogni giorno e Ci renda sale, luce e lievito della nostra società. Dio di manifesta come” Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltà».

Il desiderio dell’uomo, è, che Dio si renda vicino nella nostra vita di ciò si fa portavoce Mosè, quando implora:” che il Signore cammini in mezzo a noi!”. In queste parole è riassunto il bisogno vitale di ogni uomo: essere amato, rassicurato, guidato, da quel Dio, che si rivela come misericordia, grazia e fedeltà, una fedeltà, nell’amore, tanto che, nella persona del Figlio, Dio si è fatto uomo. Il Vangelo ci ricorda che «Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figlio unigenito, perché, chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna”, e aggiunge, “Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.». Nel Vangelo il verbo amare si traduce sempre con un altro verbo concreto, pratico, forte: il verbo donare. La certezza che Dio è un Padre che ci ama di un amore gratuito fino a donarci il suo Figlio unigenito, la possiamo avere solo perché ci è stato donato lo Spirito Santo. Dio stesso ci introduce nel mistero della sua intimità col dono suo Spirito che ci introduce nella vita di Dio Uno vivente in tre persone e nella vita della Chiesa, che è un riflesso della comunione trinitaria.

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