Oggi, 1 settembre, si celebra la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato e segna l’inizio del Tempo del Creato, il mese che la Chiesa dedica alla cura della Casa Comune, che si conclude il 4 ottobre, festa liturgica di San Francesco d’Assisi.
Nel suo Messaggio per la Giornata – quest’anno dal tema “Che scorrano la giustizia e la pace” – il Santo Padre propone di “trasformare i nostri cuori, i nostri stili di vita e le politiche pubbliche che governano le nostre società”, esorta a vivere la “conversione ecologica”, che consiste nel rinnovare “il nostro rapporto con il creato, affinché non lo consideriamo più come oggetto da sfruttare, ma al contrario lo custodiamo come dono sacro del Creatore”, incoraggia a “trasformare le politiche pubbliche che governano le nostre società e modellano la vita dei giovani di oggi e di domani”.
La Giornata fu istituita 8 anni fa, in seguito alla pubblicazione dell’enciclica Laudato si’, poiché, come spiegò il Pontefice nella lettera che istituiva la giornata, “come cristiani vogliamo offrire il nostro contributo al superamento della crisi ecologica che l’umanità sta vivendo. Per questo dobbiamo, prima di tutto, attingere dal nostro ricco patrimonio spirituale le motivazioni che alimentano la passione per la cura del creato, ricordando sempre che, per i credenti in Gesù Cristo, Verbo di Dio fattosi uomo per noi, “la spiritualità non è disgiunta dal proprio corpo, né dalla natura o dalle realtà di questo mondo, ma piuttosto vive con esse e in esse, in comunione con tutto ciò che li circonda” (Laudato si’, 216). La crisi ecologica ci chiama dunque ad una profonda conversione spirituale: i cristiani sono chiamati ad una “conversione ecologica che comporta il lasciare emergere tutte le conseguenze dell’incontro con Gesù nelle relazioni con il mondo che li circonda” (ibid., 217). Infatti, ‘vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana’”.
Quello che inizia oggi è un tempo significativo, che ci prepara a sfide impegnative. Il prossimo 4 ottobre sarà una data importante. Si conclude il Tempo del Creato, inizia il Sinodo di Vescovi, avviato nelle chiese locali nel 2021 e che si concluderà nel 2024, un lungo percorso perché – per usare le parole del Santo Padre – “i frutti sono molti ma perché giungano a piena maturazione è necessario non avere fretta, per disporre un discernimento più disteso”. Ed infine, quel giorno, uscirà una nuova esortazione apostolica, una seconda Laudato si’. Francesco lo ha annunciato, a sorpresa, durante l’udienza generale di mercoledì scorso, a dimostrazione che oggi il suo messaggio è ancora più urgente.
Quando nel 2015 Papa Francesco pubblicò Laudato si’, la prima enciclica papale sull’ambiente, prese posizioni nette per le quali fu criticato. Nell’Enciclica il Papa spiega che “esiste un consenso scientifico molto consistente che indica che siamo in presenza di un preoccupante riscaldamento del sistema climatico. Negli ultimi decenni, tale riscaldamento è stato accompagnato dal costante innalzamento del livello del mare, e inoltre è difficile non metterlo in relazione con l’aumento degli eventi meteorologici estremi, a prescindere dal fatto che non si possa attribuire una causa scientificamente determinabile ad ogni fenomeno particolare. L’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo, per combattere questo riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano”.
Ed avverte che “se la tendenza attuale continua, questo secolo potrebbe essere testimone di cambiamenti climatici inauditi e di una distruzione senza precedenti degli ecosistemi, con gravi conseguenze per tutti noi. L’innalzamento del livello del mare, ad esempio, può creare situazioni di estrema gravità se si tiene conto che un quarto della popolazione mondiale vive in riva al mare o molto vicino ad esso, e la maggior parte delle megalopoli sono situate in zone costiere”. Pertanto tra le varie proposte indica che “la tecnologia basata sui combustibili fossili, molto inquinanti – specie il carbone, ma anche il petrolio e, in misura minore, il gas –, deve essere sostituita progressivamente e senza indugio”.
Analisi, proposte e sfide che in questi tempi continuano ad essere dibattute dalla politica mondiale, si pensi dall’abbandono dei combustibili fossili, alle migrazioni climatiche o alle guerre per le risorse.
Per questo il Papa, oggi, ci invita a “custodire il creato come dono sacro del creatore”, a schierarci “al fianco delle vittime delle ingiustizie ambientali e climatiche”, sforzandoci “di porre fine all’insensata guerra alla nostra casa comune, che è una guerra mondiale terribile” e ci esorta “a lavorare e pregare affinché essa abbondi nuovamente di vita”.