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Telemarketing aggressivo: è ora di porre un limite

call center

Foto di Charanjeet Dhiman su Unsplash

La gente è rassegnata: subire passivamente telefonate mentre si lavora, si dorme, si studia, si pranza e si cena, mentre si guida, mentre si cammina. Si può essere raggiunti giornalmente fino a dieci telefonate allo smartphone o al fisso, e c’è da essere certi che spesso fastidio ed irritazione si fanno sentire. Dall’altra parte del telefono irrompe una voce metallica registrata o qualcuno reale che ti promette “vantaggiosissimi” contratti di utenze di energia elettrica, come di fornitura di gas, così come di contratti telefonici fissi e mobili, e quanto altro si intenda vendere. Fatto è che ormai il fenomeno è molto condizionante per la sua ossessività, e non si riesce a capacitarsi come un fenomeno di questa portata, che coinvolge milioni di persone, praticamente non interessi a nessuno.

Eppure ci sono leggi molto chiare di privacy, che obbligano a giustificare e ad autorizzare un monte di carte che hanno aumentato il carico della burocrazia pubblica e che hanno allestito Autority per sorvegliare il buon andamento del rispetto delle più elementari condizioni di privacy dei cittadini. Ma è incomprensibile del perché non si interviene nel traffico della vendita di banca dati di indirizzi elettronici e numeri telefonici fissi e mobili di persone che ad aziende commerciali attività commerciali in genere per raggiungere abusivamente i cittadini e disturbarli senza alcun limite.

Tempo fa alcuni parlamentari presentarono interrogazioni in aula su questi fatti, e proposero di obbligare queste aziende ad usare un solo numero di chiamata in modo tale che i cittadini interessati a non rispondere, riconoscendo il numero universalmente usato per le promozioni commerciali, potessero almeno dimezzare il fastidio non accettando la comunicazione, ma prendendo altre chiamate di loro interesse. Ebbene le proposte non furono accettate e vennero avvolte dalle nebbie fabbricate dalle lobbies. Al tema delle telefonate abusive si aggiunge anche il potenziale carico di pubblicità ingannevole, oltre alla violazione della privacy, ed al fastidioso martellamento ai danni dei malcapitati cittadini. Infatti il cor business delle proposte commerciali telefoniche sono al limite della legalità, quando non illegali del tutto. Avviene con offerte grandi e piccole: insomma si offrono garanzie che risultano infondate. Si offrono costi e prestazioni che si dimostrano nei fatti lontane dalla realtà, ed in realtà legando  le mani al consumatore che qualora volesse richiedere ciò che gli era stato promesso o volesse recuperare somme frodate, di fronte allo scontato diniego delle compagnie, non gli converrebbe neanche ricorrere al giudice per il costo legale abnorme che lo colpirebbe ulteriormente. Su questa realtà molto diffusa che dire? Si può dire senz’altro che non è mai chiaro se si è nel perimetro della legalità, ma che comunque il diavolo, con la coda, colloca queste situazioni in un confine che nessuno sorveglia.

Raffaele Bonanni: