Editoriale

Le tante dimensioni dell’Eucarestia

Il corpo umano è un mistero. In questi tempi forse questa consapevolezza deve essere rivisitata. Il corpo sta diventando oggetto di tanti abusi ed incomprensioni, ma allo stesso tempo non smette di essere sempre più affascinante e quindi soggetto a forme sempre nuove di abuso. In questo contesto, vale la pena riflettere bene sulle parole di Gesù contenute nel Vangelo di oggi. Egli continua il suo insegnamento sul corpo e lo sviluppa nel contesto dell’Eucaristia. Siamo abituati a riferirci all’Eucaristia come al Corpo di Cristo. È un oggetto di fede. Un mistero. D’altra parte, però, abbiamo parole chiare sul mangiare il corpo. Non c’è da stupirsi che abbiano sconvolto gli ascoltatori di Gesù, così come sconvolgono noi ancora oggi – quando ne cogliamo il significato.

La prima domanda del pubblico è: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?” Come si può dare da mangiare il proprio corpo? Come si può mangiare il corpo di qualcun altro? Sì, a livello di buon senso, questo può suscitare una comprensibile resistenza. Ma d’altra parte, la vicinanza del corpo e il rapporto intimo con esso vogliono trascendere i confini esterni, tendere all’unità.

Qui si apre tutta un’area di amore e vicinanza. La tenerezza verso i bambini piccoli comprende la vicinanza corporea, pura e disinteressata, che deriva dal fascino della persona, dalla sua unità spirituale-corporea. Abbracciamo i bambini piccoli, li baciamo – diciamo esplicitamente che vorremmo mangiarli…. Si tratta, ovviamente, di figure retoriche e metaforiche, anche se esprimono sentimenti spirituali altrimenti difficili da esprimere. E tutti i discorsi teneri e l’interazione dei corpi degli amanti? Karol Wojtyla ne ha scritto in modo così bello nella sua teologia del corpo, usando termini eucaristici. Nel vero legame di due corpi innamorati, c’è un momento che è insieme adulatorio, comunitario (comunione) ed eucaristico. L’amore assume qui le forme più alte di espressione. Mostra la sua bellezza e purezza. Non c’è da stupirsi che in alcuni testi mistici l’Eucaristia abbia una dimensione sponsale.

Gesù parla di vita, di permanenza in Lui. Non sono forse queste le conseguenze naturali dell’amore? Vengono presentate chiaramente. Ma forse il salto dal letteralismo alla realtà teologica era troppo radicale? Forse Gesù avrebbe dovuto essere più pedagogico? Ma dopo tutto, essendo Dio l’uomo, sapeva sempre quello che diceva. L’Eucaristia deve rimanere un Mistero. L’accesso ad essa deve avvenire attraverso la porta della fede. È una realtà troppo grande per non essere esigente. E solo in questo contesto si può comprendere il pieno significato dell’Amore e del Corpo. Non risparmiamo quindi né tempo né sforzi per meditare e adorare questo Mistero. Ne abbiamo tanto bisogno nel nostro tempo, anche per comprendere meglio il mistero del corpo umano e dell’Amore.

padre Bernard Sawicki

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