Lo stato di salute della sanità pubblica, attualmente, è pessimo. Non lo denunciamo solo noi, da anni, ma anche gli scienziati e i presidenti di Regione in quanto, la situazione odierna, è praticamente al collasso. Le liste d’attesa per molte visite e accertamenti sono infinite e, anche nei pronto soccorso, centinaia di cittadini, devono attendere tempi notevoli prima di essere assistiti. Ciò è dovuto al fatto che, negli ultimi anni, è stato compiuto un grandissimo taglio agli investimenti della sanità pubblica, i quali hanno avuto effetti dirompenti. Si pensi che, l’Italia, nel contesto europeo, si trova agli ultimi posti in termini di investimenti in sanità rispetto al Prodotto Interno Lordo. Alla luce di ciò, è quindi necessario tornare a investire per garantire il diritto alla cura dei cittadini: bisogna acquistare strumentazioni all’avanguardia ed assumere medici, personale infermieristico e di supporto. Molti di loro sono andati in pensione e non c’è stato un turnover adeguato ma, altri, si sono recati all’estero ove gli stipendi, per queste figure altamente qualificate, sono più elevati.
Occorre agire con celerità per preservare il nostro Servizio Sanitario Nazionale che, fin dalla sua istituzione, è stato preso come modello da diversi Paesi. Se così non si farà, aumenterà sempre di più la sanità privata e, di conseguenza, i cittadini, dovranno spendere sempre di più per potersi curare. In correlazione a ciò, è utile ricordare il fenomeno del cosiddetto “turismo sanitario”, ovvero sempre più cittadini i quali, per poter essere assistiti in tempo, devono recarsi in regioni e provincie diverse da quella in cui risiedono abitualmente. Gli strumenti da mettere in campo per garantire il diritto alla cura sono molti ma, quello più importante, lo ripeto ancora una volta, è fare gli investimenti economici adeguati.