Sul passaggio di consegne appena avvenuto negli Stati Uniti, una considerazione che può omettere ma è visiva: la plastica differenza fra le immagini che abbiamo visto giorni fa con l’attacco all’edificio del Parlamento, alle istituzioni rappresentative e la cerimonia di insediamento del nuovo presidente. E quello che si può cogliere, anche come caratteristica, un’enfasi della democrazia e la rassicurazione sulla linea dell’unità del Paese e dell’attenzione ai più deboli. E’ un discorso molto orientato all’America ma in tono ben diverso dall’America First, da un primato che esclude.
Per quanto riguarda i rapporti con l’Europa, si tratta di relazioni radicate, direi quasi strutturate e genetiche, storicamente. Non più una tendenza a un isolazionismo, anche se ritengo che questo non ci sia mai stata, ma un’esigenza di convergenza. L’Europa, tuttavia, non può immaginare di essere sempre sotto protezione, deve rafforzare la sua unità all’interno e la sua capacità di azione. L’uscita della Gran Bretagna sembra che indebolisca e spinga ad avere un’unità europea più forte, di valori ancor prima che di economia. E i valori sono comuni a quelli americani.
Un’altra nota. Negli Stati Uniti, che sono un po’ la patria del separatismo, della distinzione fra lo Stato e le Chiese, il senso religioso permane ai massimi livelli. Il giuramento del presidente sulla Bibbia, quella di famiglia in questo caso… Anche qui c’è una singolarità diversa da tradizioni laiche o concordatarie in Europa. L’esigenza di unità, che Biden ha segnalato e sottolineato in queste condizioni per qualche aspetto drammatiche, non è solo all’interno del Paese. C’è da ritrovare il senso di unità che poi è il fondamento della pace che, con un senso ancora più profondo, è offerto dalla Fratelli tutti di Papa Francesco.
Al di là dell’esser cattolico, Biden porta a un segnale del fondamento religioso della democrazia americana, pur nella separazione forte fra Stato e Chiesa. Questa esigenza di unità c’è anche nelle diseguaglianze. Non è solo un elemento retorico ma un impegno a non accentuare la disuguaglianza, a tutelare beni e diritti fondamentali in tutti i Paesi, anche nelle cose minime.