Prima il vertice europeo con i sindacati, poi il Consiglio dei ministri con le misure economiche a sostegno dei lavoratori. E, in entrambi, i risultati si fanno notare. Procediamo con ordine. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto a Palazzo Chigi una delegazione del Labour7, il formato che riunisce le organizzazioni sindacali delle nazioni G7 e dell’Ue. Al confronto hanno preso parte Giulio Romani, segretario confederale della Confederazione europea dei sindacati (Ces), Veronica Nilsson, segretario generale del Comitato consultivo sindacale dell’Ocse (Tuac), Luc Triangle, segretario generale della Confederazione sindacale internazionale (Csi), Luigi Sbarra, segretario generale Cisl, Pierpaolo Bombardieri, segretario generale Uil, e Francesca Re David, segretario confederale Cgil.
Gli esponenti sindacali hanno consegnato al presidente Meloni una dichiarazione contenente le raccomandazioni ai Leader del G7 in vista del vertice in Puglia, in programma dal 13-15 giugno. Il presidente del Consiglio ha illustrato le priorità della presidenza italiana del G7 in materia di lavoro e politiche sociali, soffermandosi sui principali punti dell’agenda del vertice di giugno. In particolare, la presidenza italiana intende porre l’accento sull’impatto dell’Intelligenza artificiale (Ia) sul lavoro e sull’impegno dell’Italia sul tema della formazione e aggiornamento professionale per favorire l’adattamento dei lavoratori alle transizioni in corso.
Dopo il vertice europeo la Meloni è tornata ad occuparsi delle cose di casa nostra, incontrando le organizzazioni ei lavoratori. Fra le misure messe sul tavolo il bonus per le assunzioni di giovani, donne e lavoratori svantaggiati, con sgravi per due anni. E poi un’indennità di 100 euro, a gennaio prossimo, per i dipendenti con redditi fino a 28mila euro. La premier, insieme a metà governo, ha presentato ai sindacati le novità in arrivo sul lavoro e sul fisco, che andranno in Consiglio dei ministri alla vigilia della festa dei lavoratori. Mettendo sul tavolo un nuovo decreto primo maggio – come già ribattezzato – dopo che l’anno scorso in quella data furono approvate le norme sull’inclusione, con l’addio al Reddito di cittadinanza, sulle causali per i contratti a termine e sul taglio del cuneo fiscale fino a 7 punti.
Ora le nuove misure sono contenute nel decreto Coesione, che riforma le relative politiche in materia, e in un decreto legislativo, nell’ambito dell’attuazione della delega fiscale, all’esame del Cdm. L’obiettivo, come rimarcato da Meloni al tavolo con i sindacati, è quello di continuare a sostenere la crescita dell’occupazione, la riduzione della disoccupazione e degli inattivi, ovvero di coloro che non hanno un lavoro e neppure lo cercano, per farli rientrare nel mercato. E anche di difendere il potere d’acquisto delle famiglie e dei lavoratori, “segnatamente quelli più esposti”.
In particolare, per il lavoro sono in arrivo misure per sostenere l’occupazione dei giovani, delle donne e di alcune categorie di lavoratori svantaggiati: con la riduzione degli oneri contributivi per i nuovi assunti per due anni. Accanto a queste sono previste disposizioni ad hoc per favorire l’avvio di nuove attività distinte per il Centro-Nord e il Mezzogiorno, spiega la premier. E inoltre si fanno spazio “azioni per riqualificare” i lavoratori di grandi imprese in crisi per favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. Sul fronte fiscale, sarà invece erogata a gennaio 2025 un’indennità di 100 euro per i lavoratori dipendenti, con reddito complessivo non superiore a 28mila euro con coniuge e almeno un figlio a carico, oppure per le famiglie monogenitoriali con un unico figlio a carico. Da qualcuno già definito “bonus Befana”.
Con il decreto Coesione il governo punta ad accelerare l’attuazione delle politiche di coesione che prevedono per l’Italia 75 miliardi di euro, di cui 43 miliardi di risorse europee. Fondi europei che vengono assegnati al Paese ogni sette anni. E che vanno spesi, destinandoli a politiche del lavoro, sociali e di sostegno alle imprese. Poco prima del confronto con le organizzazioni sindacali in vista del primo maggio, sempre a palazzo Chigi, la presidente del Consiglio e una delegazione del governo hanno incontrato Cgil, Cisl e Uil e la confederazione europea e internazionale dei sindacati per una consultazione in vista del vertice G7, in programma in Puglia dal 13 al 15 giugno.
Come di consueto, il Labour7, il formato che riunisce le organizzazioni sindacali delle nazioni G7 e dell’Ue, partecipa ai lavori formulando raccomandazioni ai leader e ai ministri del Lavoro e presentando le priorità dell’agenda: un’agenda che punti – si legge nella dichiarazione – alla crescita dell’occupazione, verde e di qualità, della sicurezza sul lavoro e dei salari. Presenti agli incontri i segretari generali di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, per la Cgil i segretari confederali – non Maurizio Landini a Palermo per un’assemblea contro la mafia. Mercoledì intanto Cgil, Cisl e Uil si preparano a celebrare il Primo maggio sotto lo slogan “Costruiamo insieme un’Europa di pace, lavoro e giustizia sociale”, che li vedrà prima a Monfalcone (Gorizia) per la tradizionale manifestazione e poi a Roma per il concertone che debutta al Circo Massimo.