Il 2024 è stato un anno impegnativo e complicato, anche a causa delle molte guerre che stanno insanguinando la nostra Terra e uccidendo moltissimi innocenti. Inoltre, la crisi economica che in questo mondo globalizzato ha colpito tutto, soprattutto gli ultimi, quelli di cui nessuno sembra accorgersi mai. Ma ci sono segni di speranza, come Papa Francesco che fin dall’inizio del suo pontificato è riuscito a farsi portavoce di quelli che la società considera uno scarto. Lui ha la capacità di guardare avanti, sa evidenziare il bene anche nei momenti tristi della storia.
Seppure questo anno che ormai volge al termine non sia stato dei migliori, non dobbiamo disperare. Dalla quotidianità delle nostre città emergono segni di condivisione, di vita, di bene, di economia solidale, c’è di che sperare anche in questo mondo dove si fa la lotta e dove sembrerebbe che siano i prepotenti a primeggiare.
Papa Francesco ha da poco dato inizio all’Anno Santo, il Giubileo dedicato al tema della speranza. Per vivere seriamente e intensamente questo periodo e diventare davvero dei “Pellegrini di Speranza“, il cambiamento dovrebbe iniziare da ognuno di noi: dal nostro cuore dovrebbe partire quel desiderio di giustizia che porta alla pace piena. Giustizia vuol dire dare ad ognuno il suo, dare accesso alla vita, a tutti, anche ai fragili e ai diversamente abili, accesso all’educazione, il rispetto del creato e della natura. E’ questa la direzione che tutti dovremmo seguire, partendo dalle piccole cose nella quotidianità della nostra vita. A questo, si dovrebbero accompagnare scelte politiche concrete: invece di investire in armi e in morte, si dovrebbe investire in pace e in sicurezza.
Don Oreste Benzi, il fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII ha fatto della sua vita una lotta nonviolenta affinché fosse rimosso tutto ciò che causa un’ingiustizia. Papa Francesco ha più volte ribadito che la più grande ingiustizia è impedire l’accesso alla vita ai bambini. Il primo diritto è quello alla vita, senza il quale non sarebbero possibili tutti gli altri.
Inoltre, dovremmo scegliere la solidarietà, perché è la condivisione che salverà il mondo. Mi auguro che tutto il mondo capisca che la speranza nasce dal condividere gli uni i pesi degli altri, dal mettere le risorse in comune per sostenerci, siamo stati creati da Dio per essere felici. Dobbiamo credere in una speranza concreta, fattiva, che ci faccia definitivamente mettere al bando le chiacchiere e ci faccia scegliere di operare nel bene.