Oggi si celebra la Giornata mondiale dei genitori. Sia la mamma che il papà sono figure essenziali, complementari, necessarie per il benessere della coppia, nel dono reciproco, dell’affettività e sessualità. Il buon Dio è un architetto e un artista meraviglioso. I figli hanno bisogno della tenerezza, dell’accoglienza, dell’affabilità e del calore della mamma, ma anche della virilità e della guida sicura, della fermezza del padre. Questa complementarietà aiuta il bambino a sviluppare le capacità interiori, relazionali, psico-affettive, l’identità sessuale per uno sviluppo armonico della sua vita, perché possa realizzarsi.
Nella nostra società, per amore di verità, bisogna dire che assistiamo a “un’eclissi” del padre, che è sempre più assente, c’è quindi una difficoltà nella equilibrata identificazione psicosessuale perché un’eccessiva presenza materna deve essere compensata dalla figura paterna. Purtroppo, c’è il dramma delle separazioni e degli abbandoni. I bambini subiscono questa ferita enorme. Un papà separato mi ha raccontato del pranzo che hanno fatto a Pasqua, al quale ha partecipato anche la mamma. Uno dei bambini più piccoli per tutto il tempo ha cercato di unire le mani dei due genitori, il suo bisogno era vedere che si volessero bene.
Se non c’è una base genitoriale sicura, il bambino è come una radice che viene sballottata dai venti. Sono molti i minori che oggi dimostrano questa instabilità, sono insicuri, fragili, anche se hanno sempre delle belle capacità e potenzialità, molti purtroppo cercano rifugio nel mondo virtuale che è un surrogato: la vera relazione si costruisce con persone reali. Se si verifica quest’ultima condizione, allora il mondo dei social può avere anche una funzione positiva, ma non possono mai sostituire l’amore di un papà e una mamma.
Negli adolescenti, le figure genitoriali sono ancora più importanti. Si potrebbe dire che le “nascite” di un bambino sono tre: la prima quando viene al mondo; la seconda a tre anni quando afferma la propria identità, il proprio io; la terza è l’adolescenza in cui c’è anche un’ambivalenza nel percorso dell’identità dello sviluppo psico affettivo ed è lì che si forma la futura personalità. E’ in questo momento che il ragazzo ha bisogno di essere lanciato verso sogni grandi, verso le responsabilità che potrà avere dopo aver finito gli studi. Ma ha anche bisogno di essere accompagnato, come una pianta che deve essere concimata, annaffiata, messa al sole, custodita nella sua originalità.
La famiglia è la base della nostra società, se gli viene a mancare questo affetto si può creare un grave danno. Ho visitato molte carceri e posso dire che chi è rinchiuso lì dentro non è mai stato seduto sulle ginocchia del padre o della madre. Per questo c’è la necessità di dare genitori sostitutivi, con l’affidamento familiare, le case famiglia, grande invenzione di don Oreste Benzi. Nei casi in cui i genitori originari non potevano provvedere ai loro figli, diceva che non bisognava far vivere i bambini nella neutralità, ma dare loro una famiglia con cui crescere.
I papà e le mamme dovrebbero riscoprire l’importanza del loro ruolo, è il primo “lavoro”. Noi abbiamo chiesto uno stipendio per le mamme. Molti giovani che arrivano alla tossicodipendenza, alla devianza, alla ludopatia o dipendenze di altro tipo, molte volte sono frutto di una famiglia che si è sfasciata: il bambino patisce così tanto da accumulare un’aggressività che prima o poi la farà pagare a qualcuno o la indirizzerà su sé stesso con forme di autolesionismo, bulimia, anoressia, e nel peggiore dei casi, fino ad arrivare al suicidio.
Lo Stato italiano deve fare molto di più per sostenere i genitori, come per esempio sta facendo la Francia che ha un sistema sociale che favorisce la famiglia, dà dei sostegni economici. Grazie a questo l’indice di natalità francese è doppio rispetto a quello italiano: 2,6 contro 1,3.