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Sostegno all’Ucraina e lo sguardo verso la City: i passi della Meloni

Le premier Giorgia Meloni. Foto: Palazzo Chigi

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, oggi e domani sarà a Londra in visita ufficiale. E siccome le visite nella City non sono mai un fatto casuale, ma portano sempre con sé elementi di novità, sia dal punto di visita politico che economico, il passaggio non può essere rubricato alla voce pura formalità. Le partite aperte con il Regno unito sono tante e tutte significative, soprattutto se lette in chiave europea, destinate a produrre effetti nel lungo periodo. Ovviamente la Meloni proverà a strappare il miglior risultato possibile, alla luce anche dell’operazione Ucraina, considerato un “avamposto della sicurezza europea”, come sottolineato nel corso dell’incontro con la delegazione di Kiev a Roma. “L’Italia farà tutto il necessario per “accelerare” la sua adesione all’Ue, ha rimarcato la premier. Il primo passo in questa direzione sarà iniziare a rimettere in piedi un Paese devastato dall’invasione russa, senza aspettare la cessazione delle ostilità.

Con questo impegno il presidente Sergio Mattarella, e il capo del governo, e con loro gran parte dell’esecutivo, hanno accolto la rappresentanza di Kiev arrivata a nella Capitale per la conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell’Ucraina. Uno sforzo apprezzato da Volodymyr Zelensky, che in un video collegamento ha tenuto a ringraziare “tutti e personalmente” la Meloni. Ed ha invitato le aziende italiane ad “aiutarci a costruire il nostro futuro, per i nostri figli e le nostre città”. La forza dei legami tra Italia e Ucraina è stata certificata al più alto livello. Mattarella, ricevendo al Quirinale la delegazione guidata dal primo ministro Denys Shmyhal, ha auspicato che il percorso di integrazione di Kiev nell’Ue si concluda “nel più breve tempo possibile”, alla luce del suo “impegno nel cammino di riforme per rispettare i parametri comunitari”. Un impegno che va premiato, gli ha fatto eco la premier, secondo cui “il futuro dell’Ucraina sarà di pace, benessere e sempre più europeo”.

I partner della Nato, in questa fase, sono concentrati sugli aiuti umanitari e militari per consentire a Kiev di resistere all’invasione russa, e “l’Italia continuerà a fare la sua parte, anche a livello multilaterale”, quando l’anno prossimo presiederà il G7, ha assicurato Meloni. Al tempo stesso, secondo la premier, occorre fare un passo in più già adesso: ossia “parlare di ricostruzione, che significa scommettere sulla vittoria e sulla fine del conflitto”. La conferenza di Roma è il primo mattone, la visita a Londra potrebbe essere quello successivo. Certo, gli inglesi giocano una partita a parte, ma il loro coinvolgimento potrebbe essere quanto mai significativo, soprattutto dal punto di vista economico. Al Palazzo dei Congressi si sono riunite oltre mille aziende di entrambi i Paesi, associazioni di categoria come Confindustria e le istituzioni finanziarie internazionali. Dalle circa 600 imprese italiane sono arrivate idee per progetti in settori chiave quali infrastrutture, energia, agribusiness, salute, digitale, spazio e siderurgia. “Il meglio del sistema Italia nelle sue filiere di eccellenza è a disposizione dei nostri amici ucraini”, ha sintetizzato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, assicurando che l’Italia sarà “in prima fila” per “modernizzare” l’Ucraina. Un “valore aggiunto” per “immaginare una nuova Ucraina piena di lavoro, innovazione tecnologica e crescita economica, e in una parola pace”, ha sottolineato da parte sua il titolare dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini. Per risollevare l’Ucraina dalla macerie della guerra la Banca Mondiale ha stimato che servono 411 miliardi di dollari, e quindi sarà necessario il concorso del pubblico e dei privati, insieme con gli organismi internazionali, come la Banca europea per gli investimenti. L’Italia farà la sua parte, con 100 milioni di euro al fondo di garanzia proprio della Bei, ha reso noto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Gli ucraini sono soddisfatti. “Siamo ad un nuovo livello della partnership tra i nostri Paesi. Siamo uniti nella difesa e siamo uniti nella ricostruzione, che inizia adesso”, ha rilevato il premier Shmyhal. Mentre il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba attende le imprese italiane a braccia aperte: “Non bisogna considerare la guerra come un ostacolo per gli investimenti, il Paese è vitale”, ha assicurato. A sugello della missione romana è arrivato il ringraziamento di Zelensky per il sostegno a “360 gradi” da parte delle istituzioni e del popolo italiani. Considerando numeri e cifre sul piatto, il ruolo della finanza non sarà secondario, ma strategico. Muovere bene le pedine sulla scacchiera ora, significa assicurarsi il futuro. Del resto quella di Londra sarà la visita più lunga in un Paese europeo, con l’obiettivo di stringere i rapporti bilaterali e porre le basi, come spiegano fonti italiane, per continuare il lavoro che vede Italia e Regno Unito, entrambi Paesi del G7 e fondatori della Nato, vicini su molte questioni e in particolare in materia di difesa e di sostegno all’Ucraina.

La premier varcherà il portone di Downing Street alle 15 (ora locale), per l’incontro con Sunak, che aveva già visto a novembre a margine della Cop27 di Sharm el Sheikh, a poche settimane dall’insediamento di entrambi. Venerdì la presidente del Consiglio parteciperà, all’ambasciata italiana, alle conclusioni di un workshop sull’agroalimentare insieme al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che sarà nella capitale inglese con una agenda parallela concentrata sulla promozione del made in Italy. Il ricevimento sarà l’occasione per la premier per incontrare sia rappresentanti del governo britannico sia della comunità finanziaria e delle imprese.

Enrico Paoli: