A distanza di pochi giorni dalla conclusione della campagna elettorale, siamo in grado di vedere piรน nitidamente gli effetti provocati dai risultati elettorali, le prospettive per il nuovo governo. Il dato piรน evidente che emerge รจ lโindebolimento del sistema politico. Ad esempio il centrodestra pur avendo vinto ha solo mantenuto gli stessi 12 milioni della precedente competizione elettorale giร allora risultati ritenuti non esaltanti. Anche stavolta in quello schieramento si รจ verificata una partita di giro di voti: nel 2018 a favore di Salvini ed ai danni di Forza Italia, ora a favore di Meloni svuotando Lega.
Per il centro sinistra รจ stata una debacle senza precedenti con 7 milioni e piรน di elettori, avvenuta a causa di un declino che avanza da anni e per un crollo strutturale dellโimpianto di alleanze. Questi due schieramenti da cui dagli ultimi 30 anni dipendono le sorti dei governi locali e nazionali, clamorosamente si sono ridotti a non raggiungere sommati insieme, neanche i 3/5 dellโintero corpo elettorale nazionale, che corrisponde a piรน di 50 milioni di aventi diritto al voto, avendo perso elettori a favore del terzo polo ed altre forze moderate e non, ed altri che non si sono recati alle urne, circa due quinti. Insomma non credo che anche chi ha vinto le elezioni non possa vantare vittoria di fronte a macerie democratiche cosรฌ importanti.
Oggi il sistema politico รจ costituito da una somma di debolezze, che non potrร risolversi con la gestione del potere fine a se stesso. Il ceto politico di maggioranza ed opposizione, sono di fronte a prove molto impegnative e dovranno precisare con grande chiarezza le loro intenzioni per lโeconomia, per lโEuropa, per le alleanze internazionali. Lo richiede lโassoluta esigenza di far fronte a queste epocali urgenze che richiedono una stretta solidarietร con i paesi ed aree del mondo a noi tradizionalmente vicini. Ma รจ anche impellente che la politica ritorni ad essere lo strumento principe per risolvere i problemi e non a costituire essa stessa il principale problema per lโeconomia, per lo sviluppo dellโEuropa, per la soliditร delle alleanze internazionali storiche, per la stessa credibilitร della Democrazia. Innanzitutto bisognerร ripudiare la politica della distribuzione sic e simpliciter delle risorse pubbliche ed i tormentoni divisivi.
Giorni fa, assistendo ad una discussione tra politici, ho notato che le intenzioni di impegno erano giร erano rivolti alle prossime competizioni regionali e comunali, come se i partiti fossero meramente comitati elettorali e non educatori e costruttori di politiche virtuose. Questo secondo me รจ il punto! I partiti devono saper uscire dal loro cammino tortuoso che li hanno portato sinora fuori dei binari della progettazione dei costituenti, rispetto al loro compito che รจ di amministrare la cosa pubblica, sapendo dire i si รจ i no, e costituendo il presidio per la partecipazione รจ la responsabilitร dei cittadini. LโItalia infatti ha la possibilitร di essere piรน prospera, piรน giusta, piรน libera, se la politica rappresentasse davvero la guida delle nostre comunitร . Su questa semplice aspirazione debbono riflettere ed impegnarsi le persone di buona volontร . Al riparo di tifoserie e contrapposizioni, con la forza della collaborazione e responsabilitร .