Seguire Cristo affidandosi alla Sua provvidenza

Foto di Pedro Ivo Pereira Vieira Pedin da Pixabay

Gesù, prima di chiamarci a seguirlo, ci concede di fare l’esperienza del Suo Amore infinito, della bellezza dello stare con Lui; poi, sempre ci affida una missione, che è quella di annunciare e testimoniare che esiste una via di Salvezza nella vita dell’uomo e che la nostra vita donataci da Dio ha un valore eterno, immenso.

Questa missione non è una chiamata speciale per i monaci, i preti o altri consacrati: quando Gesù manda i discepoli a due a due non esisteva il sacerdozio, né c’erano monaci o suore; semplici persone, gli apostoli, che hanno deciso di seguire Cristo. Sul serio, senza parentesi o compromessi, affidandosi alla Sua provvidenza.

La loro forza è quella obbedire ad una Parola, alla Parola di Gesù: andate senza né pane, né sacca, né denaro nella cintura, per sperimentare che è vero che solo Dio basta, che il Signore non solo provvede ai “suoi”, a chi si fida di Lui, ma compie attraverso di loro miracoli e guarigioni.

Quello che noi viviamo, senza seguire Cristo, è l’opposto: costretti ad accumulare, a difendere le “nostre” cose, a crearci quelle sicurezze che poi al momento del bisogno e della verità…non ci serviranno a nulla. Questa è una tentazione che abbiamo tutti e anche se ci siamo “consacrati” al Signore possiamo essere “legati” a tante cose, a tante comodità, soprattutto alla stima o all’affetto.

Sono i legami che ci impediscono di essere profeti, perché troppo preoccupati a non deludere nessuno, a mantenere “una posizione”, forse anche nella Chiesa; così che diventiamo come i falsi profeti del tempo di Amos, che dicono quello che il re vuole sentire, per compiacerlo, ma portano il popolo alla rovina; per questo scacciano Amos perché per salvare il popolo annuncia la Verità, fedele alla missione che gli ha affidato il Signore.

Se siamo cristiani il Signore ci chiama come Amos ad annunciare la Sua Parola nella verità, non per piacere agli uomini, ma per salvarli, perché possano ricevere quell’eredità che – come ascoltiamo oggi nella lettera di San Paolo agli Efesini – Cristo ha guadagnato sulla Croce per tutti noi “Secondo la ricchezza della Sua Grazia”.