La santità non è un fatto privato ma ha sempre riflessi nella vita di una comunità e delle conseguenze pastorali sociali e culturali rilevanti. E’ un segno del passaggio di Dio nella Chiesa del nostro tempo. Lo ha confermato la canonizzazione di santa Maria di Gesù Santocanale, la cui storia vocazionale è legata alla città di Cinisi, dove la religiosa si è distinta per la sua opera di evangelizzazione e di promozione umana a favore degli ultimi, ai quali ha voluto che si spezzasse il pane materiale, il pane della Parola di Dio e il Pane Eucaristico. E’ la presenza del Signore risorto che cammina nella storia in mezzo al suo popolo, attraverso le mani, le parole, la testimonianza dei suoi servi fedeli. La santità rappresenta un compito e una responsabilità per la Chiesa Universale.
La canonizzazione di Maria di Gesù Santocanale spinge a non trascurare i segni concreti della sua santità: l’attenzione agli ammalati e ai poveri, che lei ha servito e amato, facendosi lievito di santità tra le case di Cinisi, educando i giovani e le ragazze alla nostalgia del cielo, spandendo il profumo di Cristo in mezzo al popolo di Dio, che la riconobbe come Madre, “Signura Matri”. Maria di Gesù Santocanale visse sempre alla presenza di Dio e fu docile alle ispirazioni dello Spirito Santo, attinse dall’Eucaristia, dalla dall’amore a Gesù Crocifisso, dalla devozione alla Madonna e San Giuseppe, dall’ispirazione francescana, il tratto specifico dell’amore misericordioso, e divenne espressione significativa di una fede operante attraverso la carità, capace di piegarsi, con tenerezza materna, davanti a qualsiasi forma di miseria umana per alleviarla. Questo suo amore per i poveri derivava dalla sua unione intima con Cristo suo sposo divino. Il fatto di averla recentemente ricordata nella basilica papale di santa Maria Maggiore, che è il primo santuario mariano costruito in Occidente che è chiamata Santa Maria della neve, Santa Maria del Presepe dove è venerata l’icona della madonna “Salus Populi Romani”, fa sottolineare la tenera devozione alla Madonna della fondatrice delle Suore Cappuccine dell’Immacolata di Lourdes. La santa scrisse: ”Se la divozione alla Madonna e il venir consacrati a lei è segno di predestinazione posso sperare di essere anch’io di questo numero fortunato poiché nacqui di sabato e ricevetti il Battesimo nella festività della Madonna del Rosario”.
Quando era Direttrice delle Figlie di Maria, scrisse: “Oh Maria la tua devozione è così dolce e tenera, che ovunque sorge una tua immagine, ove a Te si consacra un altare, là si veggono spuntare, quali fiori di primavera le anime di Te amanti”. Portò sempre lo scapolare della Madonna del Carmelo. Nel 1885 scriveva al suo direttore spirituale: “Morendo desidero l’immagine di Maria Immacolata vicina a quella del mio San Giuseppe”. L’Istituto delle Umili Serve Terziarie di san Francesco d’Assisi nel 1891 veniva posto sotto il patrocinio della Madonna di Lourdes. Il legame della Santa Maria di Gesù Santocanale con la Madonna di Lourdes si cementò con l’arrivo, nel febbraio 1908, di due statue che raffiguravano la Vergine e santa Bernadette, poste nella chiesa dell’istituto il 16 luglio 1908. La prima festa solenne fu celebrata l’11 febbraio 1909, preceduta da un novenario predicato dal Cappuccino padre Angelo da Realmonte. “L’entusiasmo che detto Padre suscitò – scrisse suor Maria di Gesù – non si può immaginare. La nostra chiesa parata come una sposa novella, ospitava la sua regina alla quale è dedicata”.
L’8 dicembre 1909 furono approvate le Costituzioni e, contemporaneamente, il ministro generale dei Cappuccini, padre Pacifico da Seggiano, autorizzò l’aggregazione dell’istituto all’ordine. L’11 febbraio 1911 suor Maria di Gesù professò i voti nelle mani di monsignor Gaspare Bova, vicario generale di Monreale. La sua canonizzazione offre la provvidenziale opportunità di riprendere alcuni tratti significativi della sua figura, del suo agire e del suo pensare, riscoprendone il carisma che è stato un vero bene per tutti, un dono di Dio che ha lasciato una traccia profonda di santità non solo nel suo tempo ma anche del nostro. Un’opportunità anche per rilanciare il carisma della sua congregazione affinché prosegua a produrre frutti di bene soprattutto verso i poveri e i malati a gloria di Dio.