“O alto e glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio. Dammi una fede retta, speranza certa, carità perfetta, umiltà profonda. Dammi, Signore, senno e discernimento per compiere la tua vera e santa volontà. Amen”. (FF 276)
La grande poetessa Alda Merini dipinge così con le parole il Serafico Padre San Francesco: “Francesco è un uomo affamato di Dio, ha fame della beatitudine. Questa beatitudine noi la conosciamo bene, ma ne abbiamo paura, perché dovremmo rifiutare tutte le ricchezze del nostro tristissimo momento. La nostra anima è sempre triste, fino alla morte, perché l’uomo ha paura di credere. La vita di Francesco è come un tripudio di fiori, di uccelli: è come un bambino che scopre la vita per la prima volta. Scoprire la vita è come tornare fanciulli, è come tornare buoni, è come incarnarsi nella virtù del Signore. Ed ecco l’incarnazione di Francesco nel volto divino. Francesco diviene una lacrima rovente sul volto di Dio che patisce e sarà il refrigerio della sua morte. Vuole consolare il suo Signore: egli stesso diventa povero per essere signore della grande poesia che è l’universo”.
San Francesco, io preferisco chiamarlo frate Francesco, è un uomo profondamente riconciliato con se stesso, con Dio, con il creato e con gli altri. Francesco d’ Assisi è uno dei santi più amati del mondo, ed è il più rappresentato nella letteratura, nella poesia, nel teatro, nella musica e nel cinema. Questo perché? Vive il Vangelo “sine glossa”, cioè alla lettera, senza chiacchiere e in maniera radicale. Quando pensiamo a San Francesco e alla spiritualità francescana il nostro cure si riempie di questi vocaboli che possiamo vivere ogni giorno: essenzialità, preghiera di lode, semplicità, pace, povertà, perfetta letizia, fraternità etc.
San Francesco è “il più santo tra gli italiani, il più italiano tra i santi” (Pio XIII), il giullare di Dio, il fratello universale, il santo amato da tutti. Oggi possiamo chiedere al santo frate Francesco un po’ più di preghiera, di umanità, di semplicità, ma anche la radicalità di vivere la vita appieno.
San Francesco, due anni prima di morire, scrisse lodi di Dio Altissimo alla Verna dopo aver ricevuto le stimmate nel settembre del 1224. Ecco il testo:
LODI DI DIO ALTISSIMO
Tu sei santo, Signore, solo Dio, che operi cose meravigliose.
Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo,
Tu sei re onnipotente, Tu, Padre santo, re del cielo e della terra.
Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli dei,
Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene, il Signore Dio vivo e vero.
Tu sei amore e carità, Tu sei sapienza,
Tu sei umiltà, Tu sei pazienza,
Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine,
Tu sei sicurezza, Tu sei quiete.
Tu sei gaudio e letizia, Tu sei la nostra speranza, Tu sei giustizia.
Tu sei temperanza, Tu sei tutta la nostra ricchezza a sufficienza.
Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine.
Tu sei protettore, Tu sei custode e nostro difensore,
Tu sei fortezza, Tu sei refrigerio.
Tu sei la nostra speranza, Tu sei la nostra fede, Tu sei la nostra carità.
Tu sei tutta la nostra dolcezza,
Tu sei la nostra vita eterna,
grande e ammirabile Signore,
Dio onnipotente, misericordioso Salvatore. (FF 261)