Uno dei salmi più belli e più pacificanti recita: “Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Rinfranca l’anima mia” (cf Sal 22). Il sacerdote dovrebbe essere l’immagine del buon e del bel Pastore celeste, che inebriato dal profumo della preghiera, dovrebbe immergersi quotidianamente nell’odore delle pecore, come ci ricorda il nostro caro papa Francesco. La Chiesa non è un museo per i santi, ma è un ospedale da campo, la farmacia di Gesù, dove tutti i malati nello spirito (e siamo tutti malati!) si curano con le “medicine” della Parola di Dio e dei sacramenti. Il profeta Geremia rimprovera i pastori d’Israele: “Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo. Oracolo del Signore. Perciò dice il Signore, Dio d’Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per la malvagità delle vostre opere. Oracolo del Signore” (Ger 23, 1-2).
Quando si ascoltano scandali di sacerdoti o del Vaticano, si rimane turbati e smarriti, ma dobbiamo aumentare la nostra fede, perché la barca di Pietro (guidata da Dio), non può affondare nonostante le tempeste e il vento contrario della mondanità. Ci sono tanti sacerdoti che ammiro, quelli missionari, quelli che hanno la scorta, quelli che rischiano la vita ogni giorno al servizio del vangelo, ma anche tanti parroci esemplari e saggi che ogni giorno nel silenzio si spendono per il popolo santo di Dio. Il sacerdote è di tutti ed è per tutti, non è solo per un piccolo “circolo magico” della comunità o della parrocchia, si diventa sacerdoti per il mondo intero. C’è un trucco nella vita del sacerdote che è il silenzio e la preghiera, se c’è questa “teologia in ginocchio”, uno può anche partire missionario in Africa o in Cina. Senza preghiera, non ci può essere un’apostolato vero e fruttuoso. Credo che bisogna pregare tanto per i sacerdoti, non giudicarli, ognuno ogni giorno deve rivolgere una preghiera per tutti i sacerdoti del mondo. Madre Teresa ai grandi della terra dava un suo biglietto da visita, un cammino semplice, ma che è per tutti, sacerdoti e laici, questa scritta, che si trova anche nella casa madre di Calcutta, dice così: “Il frutto del silenzio è la preghiera / Il frutto della preghiera è la fede / Il frutto della fede è l’amore / Il frutto dell’amore è il servizio / Il frutto del servizio è la pace”.
Ho trovato questa preghiera bellissima per i sacerdoti del vescovo e servo di Dio Don Tonino Bello:
Spirito del Signore, dono del Risorto agli apostoli del cenacolo, gonfia di passione la vita dei tuoi presbiteri. Riempi di amicizie discrete la loro solitudine. Rendili innamorati della terra, e capaci di misericordia per tutte le sue debolezze. Confortali con la gratitudine della gente e con l’olio della comunione fraterna. Ristora la loro stanchezza, perché non trovino appoggio più dolce per il loro riposo se non sulla spalla del Maestro. Liberali dalla paura di non farcela più. Dai loro occhi partano inviti a sovrumane trasparenze. Dal loro cuore si sprigioni audacia mista a tenerezza. Dalle loro mani grondi il crisma su tutto ciò che accarezzano. Fa’ risplendere di gioia i loro corpi. Rivestili di abiti nuziali. E cingili con cinture di luce. Perché, per essi e per tutti, lo sposo non tarderà.