Editoriale

Il ruolo dell’Europa nel processo per arrivare alla pace globale

In questo periodo storico profondamente critico per tutta l’umanità, in quanto segnato dall’emergere di nuovi conflitti e da un rinnovato pericolo di escalation nucleare, la sensibilizzazione della società civile al tema della pace, assume un’importanza ancora più grande a cui, nessuno di noi, può sottrarsi. Alla luce di ciò, il nostro impegno in qualità di cristiani, deve essere contrassegnato dalla neutralizzazione della minaccia della guerra, nonché delle sue conseguenze nefaste, nella sua totalità. In particolare, pensando alla mia generazione, nata con l’inizio dell’era nucleare, deve far sì che, l’intera umanità, giunga a una presa di coscienza globale al fine di poter chiudere definitivamente i conti con le minacce di escalation atomica.

Civiltà dell’Amore, da sempre, è impegnata su questo versante e, il prossimo 26 ottobre, in un comune dei Castelli Romani, insieme ad altri cittadini e realtà operanti in questo settore, saremo impegnati a riaffermare la centralità della pace partendo dall’Europa. Innanzitutto, il fulcro di questo nostro appello alla fraternità sarà rivolto agli europarlamentari perché, ancora una volta, le istituzioni comunitarie, si trovano in mezzo a due grandi potenze nucleari, ovvero Stati Uniti e Russia e, di conseguenza, richiamandosi all’esempio dei padri fondatori, deve svolgere un ruolo importante per la riaffermazione della pace ad ogni latitudine. I cittadini, quindi, rivolgeranno loro un appello in tal senso, affinché possano andare a Bruxelles per rappresentare in maniera ferma e determinata il bisogno inderogabile di pacificazione. Vorrei ricordare che, proprio il mese scorso, la quasi totalità degli europarlamentari italiani di ogni schieramento, hanno espresso un voto contrario, in merito all’articolo 8 della risoluzione in discussione, la quale verteva sull’utilizzo delle armi a lungo raggio nella guerra in Ucraina e, alla luce di ciò, occorre procedere in questo impegno verso la pace globale.

Auspichiamo quindi che, la pace in ogni sua accezione, compresa quella nucleare, torni a trionfare. Questo però può avvenire solo attraverso iniziative forti e determinate, in grado di mettere al centro la salvaguardia della fraternità tra i popoli. Tutti insieme dobbiamo avere la forza di lanciare un messaggio in qualità di cristiani: l’Europa deve protendere ogni sforzo possibile per dar vita ad un tavolo di pace nucleare tra est e ovest e giungere così a una de-escalation che consenta a tutti noi di avere un futuro senza guerre.

Giuseppe Rotunno

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