Oggi ricorre la Giornata Internazionale per le persone con disabilità. E' una giornata che mette in evidenza la dimensione della fragilità che può toccare ogni uomo nel corso della sua esistenza. In modo particolare tutte quelle persone diversamente abili fin dalla nascita, per patologie congenite, o chi nel corso della vita a causa di un incidente, per via di un trauma grave, riporta un'invalidità permanente. Ogni persona è un dono, una risorsa, ha delle capacità e delle abilità che può mettere al servizio del bene comune, anzi sono necessarie per il cammino di una società, di una comunità, di un popolo. Ogni persona è la parola irripetibile di Dio, ha il suo contributo originale e prezioso da offrire. Ieri sono stato in Sardegna, a Sorsu (provincia di Sassari), per i venti anni del Girasole della Cooperativa San Damiano della Comunità Papa Giovanni XXIII che accoglie e sostiene questi ragazzi affetti da gravissime patologie, valorizzando i loro talenti, dando un sostegno molto forte alle loro famiglie che alla sera possono riaverli a casa con loro. Erano presenti anche diversi sindaci che riconosco il servizio sociale e la valenza di una risposta di questo tipo. Se si danno delle risposte sociali importanti, tutto il territorio cresce e si umanizza, diventa più responsabile e si trovano insieme delle soluzioni a situazioni che sono particolarmente difficili.
Don Oreste Benzi, fondatore dell'Apg23, diceva: “Dove siamo noi, anche loro“. Loro hanno diritto di studiare come tutti, di lavorare, ovviamente in attività consone con le loro capacità; hanno diritto di fare attività sporive, culturali, teatrali, musicali. La società, ad esempio, dovrebbe saper crescere anche nell'eliminazione delle barriere architettoniche. Tutto questo lavoro porta all'eliminazione delle barriere culturali e dei pregiudizi, quindi dà una possibilità a tutti di costruire il bene comune. L'Apg23, cinquant'anni fa, è nata proprio da queste basi: don Oreste, insieme ai suoi giovani, hanno sentito l'esigenza di accompagnare queste persone che erano negli istituti in vacanza. Li portò sulle Dolomiti, dove oggi nasce l'albergo Madonna delle Vette, per un incontro simpatico con la vita, con la natura, con Gesù. Dopo questa esperienza, alcuni dei giovani si sono chiesti perché non potessero accoglierli in famiglia: da qui è nata l'avventura dell'integrazione, della vera inclusione.
Lo Stato dovrebbe fare di più per i disabili e per le loro famiglie, ma va anche riconosciuto che la legge italiana sull'inserimento scolastico è una legge all'avanguardia. Anche molti interventi socio-assistenziali e sanitari sono sufficientemente adeguati. Pensiamo a tutti gli ausili che lo Stato dà ai diversamente abili, come le carrozzine, i letti ortopedici. C'è una buona rete di servizi, ciò non toglie che si potrebbe fare di più. Io penso alla reale qualità dell'inserimento scolastico – che non dipende solo dallo Stato ma anche dagli insegnanti e dagli istituti scolastici – e a quello lavorativo, sarebbe molto importante rispondere a questi temi dignitosamente.