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Quel “patto con il diavolo” per l'audience

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Tra le mete preferite del controverso cantante Marylin Manson, da molti definito un satanista, c’è il nostro Paese. La sua presenza è abbastanza frequente, non appena trova qualche sindaco bendisposto a ospitare le sue esibizioni aberranti. La sua la definirei piuttosto una caricatura della musica. Per non parlare dei contenuti inneggianti ad una vita priva di senso, alla violenza, alla tossicodipendenza, allo sfregio di ogni valore. Per chi non lo ricordasse, Manson (cognome che rimanda al noto satanista da poco scomparso Charles Manson) è colui che durante i suoi concerti brucia la Sacra Scrittura, bestemmiando e facendo espliciti gesti di blasfemia sui simboli cristiani.

E’ il caso di precisare che performance così violente e degradanti sono di insulto non solo alla cristianità ma alla dignità stessa della persona. Purtroppo non pochi adolescenti subiscono il fascino perverso esercitato da simili messaggi. La sacrilega teatralità di Manson è una vera e propria istigazione verso derive molto pericolose. È questo il modello che la televisione italiana vuole proporre in prima serata ai giovani? Mentre qualcuno proverà a banalizzare o, al più, a ridicolizzare l’equivoco personaggio, altri si soffermeranno soltanto sulla trovata disperata per innalzare lo share.

Resta il fatto che il signor Manson continua imperterrito la sua personale pubblicità aiutato, paradossalmente, anche da coloro che lo vorrebbero ostacolare. Eppure non si può tacere e fare a meno di rivolgersi agli autori televisivi per questa pericolosa iniziativa mediatica. Perché questo insulto e sfregio al mondo cattolico? Pensate davvero che la nostra società, a partire dai giovani, abbia bisogno di chi esalta il macabro, la violenza, la morte, il satanismo?

Qualcuno giustamente ha proposto di cambiare canale o spegnere la TV come protesta. Io rivolgo un appello personale al Dott. Piersilvio Berlusconi e al Dott. Fedele Confalonieri affinché questa iniziativa possa essere riconsiderata rivalutando la portata negativa dell’esibizione di un personaggio così offensivo contro il senso comune. La presenza di chi inneggia la violenza in tutte le sue forme e in modo così plateale, in prima serata, in una fascia oraria in cui anche adolescenti e bambini sono davanti alla televisione, è un fatto di gravità assoluta e inedita. La cosa è pericolosa, soprattutto per gli spettatori più deboli o semplicemente meno consapevoli.

E’ noto quanto danno possa fare il carisma del male e per questo non possiamo rischiare che certe figure diventino un modello o un esempio. La scelta realmente trasgressiva sarebbe quella di non mandarlo in onda, sostituendolo magari con un personaggio positivo e profondamente umano. L’audience, almeno quella del buon senso, ne trarrebbe vantaggio.

don Aldo Buonaiuto: Fondatore e direttore editoriale di In Terris, è un sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII. Da anni è impegnato nella lotta contro la prostituzione schiavizzata