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Quei testi di canzoni che incitano alla droga e alla camorra

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C’erano una volta i messaggi subliminali. Negli anni ’80 proliferavano le ricerche di quanti ritenevano che i dischi di musica hard rock o di heavy metal potessero contenere incitazioni alla violenza, alla droga o addirittura al satanismo. Si era soliti far girare il disco di vinile al contrario ed ecco apparire misteriose invocazioni, effetti sonori ed altri messaggi inquietanti. Ognuno credeva di sentire quello che voleva, anche se poi qualche volta i messaggi subliminali c’erano davvero.

Adesso i testi della canzone hanno fatto, ci passi l’ironia, un clamoroso salto di “qualità”. Di subliminale c’è rimasto ben poco. E tutto avviene sfacciatamente, senza alcun pudore. È di qualche giorno fa la notizia che un cantante neomelodico napoletano è stato condannato in primo grado ad un anno e quattro mesi di reclusione dal tribunale di Napoli per un brano intitolato “O capoclan”.

Il testo della canzone tesse le lodi di un capoclan di camorra, lo definisce un uomo serio, capace di giuste decisioni, che non sbaglia mai e al quale non può essere sottratta la libertà nell’interesse dei ragazzi che sono con lui. Il tutto corredato da un videoclip nel quale recitavano anche presunti affiliati ad un clan camorristico. In particolare il video rappresentava la vita di un boss latitante ed i suoi spostamenti, ed è stato mandato in onda da alcune emittenti locali e nel web. Facile per il tribunale articolare un’accusa di istigazione a delinquere.

Colpisce la sfacciataggine di coloro che immettono nel circuito artistico messaggi che incitano alla criminalità organizzata, alla violenza, al malaffare senza alcuna paura e senza alcun pudore. È di qualche settimana fa la notizia dei due adolescenti di Terni morti per un mix letale di droghe la cui composizione avrebbero imparato dal testo di un cantante trap. Anche qui, nulla di subliminale, tutto sfacciatamente alla luce del sole. E pensare che il testo di una canzone può condizionare tantissimo i nostri ragazzi: ascoltare ripetutamente una canzone porta ad acquisire quel testo come “vero” ed espone gli adolescenti a pericoli addirittura mortali.

Ragione in più per chiedere ai genitori e a tutti i responsabili sociali di vigilare, di non abbassare la guardia, per proteggere i nostri figli da pseudo artisti che insinuano disvalori come la droga o addirittura l’elogio della criminalità organizzata. Ora che nulla è più subliminale, può essere addirittura più facile: basta solo stare attenti e non abbassare la guardia mai.

Susanna Lemma: