Si avvia a conclusione la Cop26, si attendono scelte coraggiose dagli Stati, si accende la mobilitazione per non correre il rischio di un grande e grave flop. In questo quadro, anche i cattolici si mobilitano, seguendo la scia di papa Francesco, che ha compiuto una serie di azioni che ribadiscono la sua preoccupazione per la crisi climatica e l’urgenza che la 26a Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici del Glasgow sia un reale momento di svolta.
Molto importante è stata l’azione del Movimento Laudato Si, che con la Petizione “Pianeta Sano, persone sane” è riuscito ad individuare concreti obiettivi da raggiungere ed a sensibilizzare tanto la politica quanto l’opinione pubblica. Di fronte a una crisi ecologica così complessa, “non basta ripetere affermazioni di principio, che ci fanno stare tranquilli, ma servono azioni rapide”. Ci sono evidenti “azioni perverse” contro il pianeta Terra, al quale si sta provocando un “male” che “non si limita più ai danni al clima, all’acqua e al suolo, ma ora minaccia la vita stessa sulla Terra” ed i governi devono fissare obiettivi climatici fermi e di adottare “misure urgenti, radicali e responsabili” tenendo conto dei giovani e dei più vulnerabili.
L’attuale crisi climatica si riflette nel forte aumento della temperatura del pianeta dovuto, in gran parte, all’emissione di gas serra (GHG) che produciamo dalla Rivoluzione Industriale. Tale riscaldamento ha effetti devastanti su molti livelli, tra cui la produzione alimentare, gli eventi meteorologici estremi, la scarsità d’acqua e l’innalzamento del livello del mare.
Gli scienziati affermano che un pianeta più caldo potrebbe produrre disastri naturali più forti e devastanti, del tipo a cui stiamo già assistendo oggi: inondazioni storiche, uragani più forti, siccità più lunghe, incendi boschivi più pericolosi, che portano a morti e sfollamenti e colpiscono in modo schiacciante i più vulnerabili.
Per queste ragioni, uno degli impegni più urgenti richiesti è che si raggiunga quanto prima la neutralità climatica, con uno step intermedio per evitare che la temperatura aumenti di oltre 1,5 gradi Celsius
La Chiesa cattolica, come tutte le altre Chiese e Religioni, ha una responsabilità ed un compito particolare, è stata ed è una parte fondamentale nello sviluppo del pensiero per l’umanità, perché ha una sensibilità particolare verso i temi ecologici ed un Leader molto impegnato nella conversione ecologica. Un Leader ispirato dal grande esempio di contemplazione che è stato san Francesco d’Assisi, che scelse uno stile di vita nella povertà e nella semplicità e, per sua scelta, si immerse nello splendore della natura, che si riflette mirabilmente nel Cantico delle Creature: «Laudato sii, o mio Signore, per tutte le creature, specialmente per messer Frate Sole, il quale porta il giorno che ci illumina».
Il punto più evidente di congiunzione del pensiero di San Francesco e dell’attuale successore di Pietro, lo troviamo nell’enciclica Laudato Si’: “In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore” (LS 10).
Dunque una grande responsabilità è affidata agli uomini e alle donne di fede, chiamati ad un cambio di paradigma e a prendersi veramente cura della crisi climatica e del creato di Dio, in un percorso costante di conversione, vivendo la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio come parte essenziale di un’esistenza virtuosa.
Una conversione ecologica come quella proposta da Papa Francesco è possibile se viviamo la fede in Cristo Salvatore, che muore e risorge per i nostri peccati, e fa di noi uomini e donne nuovi che vedono la realtà in modo più ampio, come eredi di un bellissimo lavoro irripetibile, al quale non possiamo permetterci di rinunciare.
La COP26 è un’opportunità per i governi di mostrare come proteggeranno la nostra casa comune. Hanno preso degli impegni – che vengono chiamati Contributi Determinati a livello Nazionale – che comunicano al mondo come si prenderanno cura della nostra casa comune.
La COP26 di Glasgow è un’enorme opportunità per i governi del mondo di intraprendere azioni grandi e audaci e mostrare come si prenderanno cura della nostra casa comune, promettendo di ridurre le emissioni di gas serra e realizzare una transizione giusta verso l’energia pulita. Ogni decimo di grado di riscaldamento avrà un enorme impatto su quanti milioni di nostri fratelli e sorelle soffrono a causa di un peggioramento della crisi climatica e su quanti danni infliggiamo al creato di Dio.
Sono tutte considerazioni contenute nella petizione Pianeta Sano, Persone Sane, promossa dal Movimento Laudato Si. Decine di organizzazioni religiose si sono unite e hanno lanciato la petizione Pianeta Sano, Persone Sane, che invita i governi a fare quattro cose alla COP26 e alla Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità, che si terrà in presenza nell’aprile 2022:
- Affrontare insieme l’emergenza climatica e la crisi della biodiversità.
- Limitare il riscaldamento a 1,5 gradi Celsius e promettere niente più perdita di biodiversità.
- Garantire un’azione globale equa, compreso il sostegno alle persone più colpite.
- Proteggere e rispettare i diritti umani, compresi i diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali nell’azione per il clima e la biodiversità.
Sulla base di queste richieste, si misureranno i risultati della COP26, gli impegni degli Stati per contrastare la crisi climatica, perché il Pianeta Terra non ha più tempo e perché milioni di persone non possono più vivere nei luoghi in cui sono nate.
È vero che non ci si può illudere di avere subito cambiamenti netti, quasi epocali. Ma è altrettanto vero che dobbiamo continuare a sperarlo e dare il nostro concreto contributo perché si avveri. Ecco, la Speranza è ciò a cui siamo chiamati e ciò che può costituire, con la preghiera e l’azione continua, la pietra angolare della conversione ecologica dell’umanità. Siamo chiamati, non dobbiamo dimenticarlo, a sperare contro ogni speranza. Per questo “anche se tutti gli altri ti lasceranno, io non ti abbandonerò mai”.