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Quando conviene non sapere

Sogno un giorno di vedere le Nazioni Unite inginocchiarsi chiedendo perdono del male sconfinato procurato ai figli del nostro tempo. Invece ci troviamo nell’epoca dell’indifferenza. Poco più di una ventina di condanne per riduzione in stato di schiavitù emergono dal rapporto di Greta sull’Italia, il meccanismo di monitoraggio anti-tratta del Consiglio d’Europa. I dati rilevati dimostrano la notevole lacuna del nostro Paese nell’affrontare quello che è il terzo business al mondo della criminalità organizzata. Sembra che non ci sia un reale interesse dinanzi al drammatico mercato di esseri umani sempre più diffuso e presente nelle nostre strade.

Dallo sfruttamento sessuale gestito dai più feroci racket della prostituzione allo sfruttamento delle badanti e dei caporalati agricoli, dalle collaboratrici domestiche ai minori usati per l’accattonaggio è evidente la presenza di un mondo costituito da persone invisibili per le Istituzioni e per coloro che invece dovrebbero fortemente impegnarsi nel contrastare questa terribile piaga. L’involuzione della nostra civiltà si manifesta anche da questi dati che ancora vengono pubblicati nonostante la crescente apatia non riducibile di certo soltanto all’Italia.

Sono tanti coloro che mangiano divorando i più deboli, utilizzandoli come merce di scambio e innanzitutto ingannando molto spesso i propri connazionali per dei profitti orrendi e vergognosi. Il monito dell’Unione Europea dovrebbe scuotere le nostre coscienze così anestetizzate dalle notizie inutili e così distratte dagli innumerevoli gossip che ormai vanno per la maggiore. Intanto un numero sconvolgente di giovani vittime schiavizzate vive accanto alle nostre abitazioni.

L’insensibilità ci rende così vuoti e spietati come se questi figli fossero uomini e donne di serie B soltanto perché provenienti da altri Paesi e di altre culture. Molte di esse non si riprenderanno più. E la pressione sale quando vedi l’ignobile teatrino di quei politicanti che addirittura propongono di lucrare sugli ultimi della Terra. I mercenari quindi non vengono solo dall’estero, li abbiamo anche dentro casa. Forse è per questo che il reato di tratta degli esseri umani non è così ben conosciuto dalla popolazione. A qualcuno però ancora sale il senso forte, insopportabile, di un’ingiustizia senza limiti perché queste creature indifese devono essere liberate dalla schiavitù e accolte. La rabbia sale quando tra la derisione generale si condivide con loro quel riscatto così difficile da realizzare. E questa rabbia mi appartiene!

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