Editoriale

Quali sono le novità del programma di von der Leyen

Dopo la rielezione con un comodo margine di voti di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione europea, l’Unione europea si appresta ad affrontare i prossimi cinque anni lanciata in una corsa a mettere a fattore comune le più urgenti necessità dei cittadini europei. La coalizione che sta alla base della rielezione della von der Leyen si pone solidamente al centro dello spettro politico europeo, con l’appoggio esterno dei verdi a dare manforte alla transizione energetica e climatica, ma il rifiuto di tutte le posizioni estreme, sia di destra sia di sinistra.

Dopo molte incertezze, Fratelli d’Italia si è collocata all’opposizione (insieme alla Lega, ai Cinque Stelle e alla Sinistra), chiarendo, tuttavia, che non sarà un’opposizione pregiudiziale rispetto ai progetti che verranno avanzati dalla Commissione, ma questo ha lasciato molti italiani scontenti, perché ritenuta una decisione basata su una pregiudiziale ideologica e non su contrarietà importanti rispetto al programma della von der Leyen.

Infatti, le novità del programma 2024-2029 sono molte e positive, e ciò che in primo luogo risalta è la conferma di voler dare priorità all’approccio europeo all’organizzazione del convivere in società, che forma la vera identità europea a fronte di tutto il resto del mondo.

Componenti essenziali di questo approccio sono: rafforzare le PMI, (riconosciute come cuore dell’economia europea, avranno un vicepresidente ad esse dedicato), proseguire nel percorso verso la neutralità climatica, offrire lavoro decente e equamente remunerato, controllare il big business e l’IA (Intelligenza Artificiale) perché lavorino al servizio delle persone, assicurare qualità di vita a tutti, a partire dalla disponibilità di un’abitazione a costi ragionevoli, praticare la democrazia a tutti i livelli.

Per riuscire a raggiungere questi obiettivi ecco i principali progetti innovativi annunciati: la conferma degli obiettivi del Green Deal, che viene accompagnata da misure per aiutare le imprese a trasformarsi (Clean Industrial Deal) e da un fondo per la competitività; il completamento dell’Unione dei mercati dei capitali, per ri-orientare verso l’Europa i 300 miliardi di euro di risparmi che ogni anno vengono investiti sui mercati esteri; l’aumento degli investimenti in sicurezza, che non comprende solo la difesa (con un nuovo commissario ad hoc), ma anche la sicurezza informatica e la sicurezza dei confini, con il rafforzamento di Frontex; l’applicazione dell’accordo sui migranti già raggiunto nella passata legislatura, con la promozione di accordi con i paesi africani e del Medio Oriente e l’attivazione di un nuovo commissario per il Mediterraneo; l’approfondimento del pilastro sociale, con un particolare riferimento ai molti problemi di salute mentale affrontati dai giovani e alla disponibilità di abitazioni a costi ragionevoli (per quest’ultimo aspetto, verrà incaricato un commissario ad hoc); il rafforzamento della democrazia e nuove condizioni per ammettere altri paesi nell’Unione.

I tempi della deificazione del mercato unico e della moneta unica sono passati. Si tratta di ottime realizzazioni, ma che da sole non bastano. Già nella scorsa legislatura le cose erano cambiate e in questa promettono di cambiare ancora più radicalmente. Ogni giorno tocchiamo con mano (da ultimo con il recente collasso informatico mondiale) che i gravi problemi del mondo di oggi non si possono che affrontare insieme con progetti mirati e investimenti sostanziosi.

All’inizio del suo discorso Ursula von der Leyen ha ribadito con giusto orgoglio che l’Europa di oggi è la migliore Europa che si è sperimentata dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, capace di progettare il suo futuro e di essere un faro di stabilità, dialogo e democrazia per il mondo. Diamo dunque tutti una mano a far sì che questo “sogno europeo” si riveli all’altezza delle sue promesse.

Vera Negri Zamagni

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