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Quale sarà il futuro della nostra mobilità?

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Nella trilogia di “Ritorno al futuro”, diretta da Robert Zemeckis, ci sono state presentate (ed era il 1985) molte tecnologie che ora sono già diventate realtà: le scarpe che si allacciano automaticamente, la fotocamera elettronica, il palmare su cui firmare, le video chat, il sensore per le impronte digitali, gli occhiali video, gli ologrammi laser, i giochi a realtà virtuale, le telecamere a riconoscimento facciale… Ma altre non sono state ancora sviluppate o, perlomeno, devono ancora essere ben sviluppate. Siamo d’accordo sul fatto che non esistano ancora auto capaci di affrontare i salti spazio-temporali e che, al momento, non si può “ritornare al futuro” o “avanzare al passato”, ma in ambito di mobilità si stanno facendo passi da gigante. Già da molti anni le aziende della Silicon Valley stanno investendo milioni e milioni di dollari sulla mobilità: tutti abbiamo sentito degli sforzi di Google, Uber e Tesla, fra le tante, per lo sviluppo di auto a guida autonoma.

In questi mesi, però, l’avvento del COVID-19 ha letteralmente sconvolto tutte le nostre vite e ci siamo trovati a fare i conti anche con la mobilità. La nostra e quella altrui.
Lasciamo da parte per il momento le soluzioni più spinte e, attualmente, di difficile realizzazione e proviamo a pensare a quale sarà il futuro prossimo dei nostri spostamenti. Nessuno può, oggi, realmente e chiaramente dire qualcosa. Ci serviremo di veicoli a guida autonoma, pubblici e/o privati, acquisteremo auto ad utilizzo ibrido, capaci anche di volare e di muoversi in acqua; succederà tutto questo, forse nei prossimi 10 anni, ma il vero problema si sta presentando ora che ci vengono imposte limitazione alla quantità di passeggeri su mezzi pubblici: autobus, tram, metro, treni, aerei.

Che farà chi non riuscirà a salire a bordo? Tornerà ad utilizzare l’auto privata? Torneranno ancora i problemi relativi all’inquinamento e alle polveri sottili? Sembra sia arrivata l’ora di incentivare l’utilizzo delle 2 ruote non a motore: sembrano in arrivo dal governo incentivi per l’acquisto di biciclette elettriche, scooter elettrici, monopattini. La città di Milano, ad esempio, ha sviluppato un progetto chiamato “strade aperte”: un progetto in chiave ecosostenibile di mobilità “lenta” che prevede 35 km nuovi di piste ciclabili oltre a parcheggi per bici e moto.

E a livello tecnologico che succede? Succede che c’è, già da un po’ di anni, un fermento incredibile in Silicon Valley… E ancora adesso stanno nascendo migliaia e migliaia di microstartup sull’argomento. Forse i più “smanettoni”, fra le tante, hanno già sentito parlare di Lime, di Jump, di Waze, di Moovit, di Mobily e di tante altre…

Lime è la Startup dei monopattini elettrici che vede la sua presenza in più di 120 città di 30 paesi del mondo è stata finanziata da Uber (la società di San Francisco che fornisce servizi di trasporto privato attraverso un’applicazione mobile che mette in collegamento diretto autisti e passeggeri), che comunque annunciato quasi 4000 licenziamenti, e Google con 170 milioni di dollari. Jump, divisione di Uber focalizzata sul bike sharing (noleggio di biciclette) tramite applicazione, è stata acquisita proprio da Lime, al fine di poter gestire in un’unica applicazione tutti i servizi alternativi all’utilizzo privato dei veicoli a motore. Waze, acquistata da Google alcuni anni fa, analizza le informazioni sul traffico automobilistico, ricavate automaticamente dai dati sugli spostamenti forniti passivamente dagli utenti, ed indica istantaneamente la migliore strada da percorrere in quell’istante.

Moovit, Startup israeliana utilizzata già da più di 720 milioni di utenti, opera nel campo degli spostamenti in più di 3000 città del mondo su tutto ciò che riguarda il trasporto pubblico e funziona attraverso i dati pubblici forniti pubblicamente e le segnalazioni, anche in diretta, degli utenti sull’andamento di autobus, metropolitane, treni e non solo… È appena stata acquistata da Intel, colosso per la produzione di microprocessori ed azienda storica della Silicon Valley, per 900 milioni di dollari. Mobily, azienda che fornisce software intelligente, anche per guida autonoma, a più di 20 case automobilistiche e per più di 300 modelli di auto. Fu acquistata proprio da Intel, un paio di anni fa, per oltre 15 miliardi di dollari!

Stiamo osservando un nuovo fenomeno: aziende come Intel stanno scommettendo tantissimo sulla nuova mobilità! Sappiamo tutti che il modo di muoverci sta cambiando totalmente, si sta evolvendo, soprattutto dal punto di vista tecnologico, e per farlo ci sarà bisogno di utilizzare miliardi e miliardi di dati in tempo reale. Ma soprattutto di buonsenso e di voglia di cambiare in meglio.

Paolo Berro: