Un bombardamento mediatico, quello provocato dagli oscuri finanziamenti del Qatar a vari personaggi in qualche modo riconducibili al Parlamento europeo o alle lobbies che vi girano intorno. Certamente i fatti assurti alla grande pubblica attenzione sono gravi. È sgradevole la sensazione che si prova nel vedere sacchi di denaro sparsi per comperare gli orientamenti economici e politici delle istituzioni del Vecchio Continente, da un paese non più grande della Sicilia, che però può contare su grandi disponibilità finanziarie, e ne può disporre senza rendere conto né a propri controllori dello Stato, né al Parlamento, né alla opinione pubblica.
Il Qatar non è una democrazia, e nella sostanza le dinamiche politiche e civili in qualche modo possono essere paragonate al nostro medioevo. Ma il grande rumore sul Qatar dei media in Italia, credo che si stia esprimendo anche per altre ragioni. Ad esempio ci sono realtà che hanno bisogno di dimostrare che il fenomeno di chi riceve “aiutino” da altri stati e più vasto di quello che finora si è scritto e detto. Casi di finanziamenti stranieri pare che riguarderebbero più aree politiche che riceverebbero finanziamenti attraverso svariate modalità da paesi autoritari, non proprio considerabili amici della nostra Repubblica e comunque non compatibili con la nostra democrazia e con la nostra cultura sui diritti umani e sociali. Anche alcuni media pare siano contagiati dai stessi infezione e funghi, così alcune associazioni culturali a vario titolo istituite per propagandare interessi non nazionali.
Insomma intorno a questa brutta pagina, penso che questo agglomerato, stiano gonfiando il pallone del “mal comune mezzo gaudio”, negando la vera natura del tema da porci: come difenderci finalmente dalle infiltrazioni malefiche nelle nostre società da parte di altri stati. Il punto di interesse prevalente di questa storia europea, come delle tante altre simili tollerate in Italia, che non a caso su situazioni identiche non ha visto impegnati né “servizi” né magistrati come è accaduto in Europa per le indagini, è del perché siamo molto distanti dal prendere misure in grado di proteggerci dalle ingerenze internazionali. Gli europei sono rimasti incapsulati nella idea di essere il centro del mondo e fanno fatica a percepire che in questo ultimo trentennio sono cresciute tante altre nuove economie e potenze militari. La maggioranza di queste sono realtà non democratiche ed intendono crescere in economia e nelle decisioni a scapito nostro. Questa pressione è pericolosa almeno per due ragioni fondamentali: siamo ancora convinti di affrontali come europei nel mercato mondiale ciascuno per conto proprio; non abbiamo imparato la lezione che i dittatori legano indissolubilmente il loro potere economico a quello militare.
Per raggiungere questi obiettivi studiano ogni varco offerto dalle società aperte e democratiche, per corrompere, per costruire vere e proprie presenze politiche a loro fedeli, finanziano giornali e piattaforme digitali per disorientare la opinione pubblica, costruiscono reti estesissime di lobbies utili alla pressione costante per condizionarci il più possibile. Dunque l’Europa deve rafforzare la propria intelligence per proteggerci, unificare la propria diplomazia, concepire un’unica politica per dare più sovranità ai popoli europei. È ridicolo il pensiero che avremo sovranità, restando ognuno con i propri poteri a casa propria. Questo è solo il modo certo di perdere ogni sovranità sui nostri destini, dando forza a chi cerca di svuotarci per fare più forti loro stessi.