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Putin si toglie la maschera

Ed ecco che Vladimir Putin si toglie la maschera, ma è la maschera di se stesso, datosi che chiunque non abbia tare politiche ed interessi vari per il Dittatore, non ha mai creduto al suo sistema collaudato di “disinformazia”.

Crolla così il castello di bugie finalizzato a riportare sotto il suo controllo Kiev, a causa della eroica è stupefacente resistenza dell’esercito e popolo ucraini. Infatti la loro controffensiva ha messo all’angolo il tentativo di disarcionare Zelenski e la sua democrazia, utilizzando il solito cliché russo, quello di manovrare corrotti, spie e carri armati per soffocare paesi sovrani restii a piegarsi alla suo cupo regime. Dunque anche i russofoni dell’est dell’Ucraina si sono uniti a Zelenski: solo così si può comprendere il perché è stata possibile la riconquista di buona parte dei territori occupati da Putin.

Insomma la grave condizione in cui versano gli occupanti grazie al grande valore degli ucraini sostenuti da armi efficienti e sofisticate occidentali, ha costretto lo zar alla verità. Cosicché  aumenta il livello di scontro attraverso due azzardate mosse. La prima è quella di chiamare 300mila i riservisti alle armi, passando dalla subdola “operazione speciale” alla guerra dichiarata dopo aver illegalmente invaso un paese sovrano con il perdurante genocidio ai danni di cittadini inermi; la seconda è quella di celebrare in queste ore un referendum farsa nelle zone ancora occupate sotto la minaccia dei carri armati e ricorso al nucleare, per dichiararle aderenti alla Federazione russa e dunque poter giustificare ogni azione di ritorsione per fermare così la legittima liberazione dei territori.

Putin si comporta come un bullo sgangherato. Colpisce a tradimento, e di fronte al suo fallimento intensifica le illegalità e bugie e minaccia la fine del mondo per proteggere il suo potere mai a rischio come in questi frangenti a ragione di una pubblica opinione russa preoccupata degli sviluppi sviluppi sempre più negativi per la vita di giovani, della economia e prestigio assediati dall’isolamento della Russia. Le sue minacce anche nucleari sono un grande rischio, ma è rischioso anche calpestare le leggi internazionali che vietano attacchi verso paesi sovrani, genocidi, elezioni farsa, uccisione e carcerazione dei propri avversari, ingerenze gravi negli affari di altri paesi: tutti reati commessi da  Putin.

Se si lasciasse correre ogni abuso ai danni dell’umanità in nome della aspirazione più nobile dell’uomo, la pace, la stessa verrebbe meno e compromessa. Sarebbe un incentivo per ogni Stato canaglia a sottomettere popoli più deboli. Non è un caso che attorno allo zar ci sono pressoché tutti gli stati canaglia in mano a dittatori che sognano di costruire un nuovo equilibrio privo di democrazia, di libertà, di benessere. Comunque alle gravi minacce di ricorso alle armi nucleari di ogni dimensione,  si contrappongono a quelle degli Stati Uniti che detengono  strumenti in grado di intercettarli e di distruggerli. Ed allora in queste preoccupanti circostanze le democrazie occidentali devono saper continuare ad essere unite per scoraggiare attacchi alla convivenza pacifica. I romani dicevano che se si vuole la pace bisogna saper dare dimostrazioni che si è preparati anche ad affrontare la guerra. Essere in questo astratti vuol dire offrire il fianco a violenti e falsi pacifisti. Ed invece, se le democrazie dovessero essere un tutt’uno con l’aggredito, sarà più facile per la diplomazia ottenere in prospettiva la pace.

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