La terapia sta andando avanti con la ricerca in modo importante. A livello di prevenzione, purtroppo, c’è ancora molto da fare, sia su quella secondaria che per quanto riguarda quella primaria. Un tema che ne tocca altri difficili da affrontare, come alimentazione e inquinamento, che smuovono interessi importanti. A ogni modo, anche la prevenzione a livello di screening, che si può fare senza incappare in interessi costituiti, purtroppo non è ancora soddisfacente. C’è infatti bisogno di appoggiare questa logica legata alla prevenzione, sia nei bambini che negli adulti. Ricordandoci che gli screening sono fatti al 50% rispetto alla popolazione che dovrebbe sottoporvisi.
L’impressione è che ancora non ci sia una spinta verso la prevenzione come invece dovrebbe essere. Anche dal punto di vista economico, ragionando quindi sia in termini di benessere delle persone che delle finanze pubbliche. Questo perché la prevenzione ha un ritorno sull’investimento altissimo. In questa direzione c’è ancora molto lavoro da fare.
Dopo la pandemia da Covid-19, tuttavia, il quadro appare in recupero. Naturalmente ci sono problemi che non si risolvono dalla sera alla mattina. Se mancano i medici a causa di un errore di programmazione o se la medicina territoriale non è attrattiva perché non pensata bene e bisognosa di essere riformata, occorre del tempo per la risoluzione del problema. Basti pensare a una problematica annosa come le lunghe liste d’attesa. Nonostante i sensibili miglioramenti, pur in recupero, la corsa verso un buon livello di prevenzione è ancora aperta.