Editoriale

Pnrr: missione fondamentale riunire l’Italia

L’Italia è un Paese fragile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale. I dati lo dimostrano chiaramente. Il Pil italiano cresce lentamente rispetto a quello di Germania, Francia e Spagna. Tra il 2005 al 2022 il numero di persone sotto la soglia di povertà assoluta è salito dal 3,3% al 9,4 %, anche a causa della crisi pandemica degli ultimi anni. Il tasso delle donne occupate è molto al di sotto del 67,3% della media europea. L’Italia è anche il Paese europeo con il più alto tasso di giovani fino ai 29 non impegnati nello studio, nel lavoro o nella formazione. Questi problemi sono molto più accentuati nel Sud, in cui si registra un divario sempre più netto con le altre aree dell’Italia. Questo ritardo è in parte legato al calo degli investimenti pubblici e privati nel Mezzogiorno, nel mancato processo di modernizzazione delle pubbliche amministrazioni, nella lentezza decisionali dovuta anche ad un eccessivo peso degli oneri burocratici.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza si basa su un pacchetto di riforme che prevede investimenti per migliorare la formazione dei lavoratori e conseguire una maggiore equità territoriale, di genere e generazionale. Il riequilibrio territoriale e lo sviluppo del Mezzogiorno sono perseguiti quali obiettivi trasversali in tutte le componenti del PNRR.

L’Italia è beneficiaria di due strumenti messi a punto dall’Unione Europea: il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza che garantisce risorse per 1991,5 miliardi, dei quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto, da impiegare nel periodo 2021 – 2026 e il Pacchetto di assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa.

Il 40 per cento delle risorse territorializzabili del Piano sono destinate al Mezzogiorno allo scopo del riequilibrio territoriale. Il PNRR è orientato alla inclusione di genere e al sostegno all’istruzione e alla occupazione dei giovani, a rafforzare i processi di selezione, formazione e promozione dei dipendenti pubblici ed incentivare la semplificazione e la digitalizzazione delle procedure amministrative.

L’obiettivo di sburocratizzare per ridurre costi e tempi delle decisioni pubbliche che gravano sui cittadini e operatori economici, con l’abrogazione di leggi e regolamenti che complicano la vita delle persone costituisce una sua ulteriore missione. Gli investimenti previsti nel Piano porteranno a migliorare gli indicatori che misurano i divari regionali e l’occupazione di donne e giovani. Il Piano europeo che ammonta ad un totale di 750 miliardi di euro è più generoso nei confronti degli Stati membri con un reddito pro capite più basso.

Gli investimenti previsti, infatti, devono contribuire ad attuare il Pilastro europeo dei diritti sociali, con pari opportunità nell’accesso nel mercato del lavoro, in condizioni di lavoro eque, accesso alla assistenza sanitaria, riducendo le disparità locali e regionali e tra centri urbani e zone rurali. Con una specifica attenzione al tema delle tendenze demografiche e dello spopolamento, in alcuni territori impoveriti anche dalla crisi sanitaria.

In particolare, la missione tre del Piano si pone l’obiettivo di rafforzare ed estendere l’alta velocità ferroviaria nazionale e la rete ferroviaria regionale con una particolare attenzione al Mezzogiorno, potenziando il servizio di trasporto merci secondo una logica intermodale in relazione al sistema degli aeroporti e punta a garantire l’interoperabilità della piattaforma logistica nazionale, per la rete dei porti.

Per l’Italia meridionale e per la Sicilia, in particolare, tale importante progetto manca di un tassello di estrema importanza: la costruzione del Ponte sullo Stretto che inspiegabilmente rimane fuori dagli investimenti previsti dal Piano. Si tratta dell’opera pubblica fondamentale che ridimensionerebbe i costi che derivano dall’insularità.

L’autonomia siciliana è destinata a rimanere sulla carta se non è sostenuta da risorse congrue per realizzare l’inclusione sociale dei cittadini e delle imprese siciliane. Un’opera pubblica, immediatamente cantierabile, renderebbe effettivi i diritti di cittadinanza. Una infrastruttura che collega stabilmente la Sicilia con il resto dell’Italia costituisce l’imprescindibile corredo per alta velocità, zone economiche speciali, rete ferroviaria e portuale. Solo un Ponte che unisce può superare una immensa distesa d’acqua che divide i siciliani dal resto dell’Italia.

Ida Angela Nicotra

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