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Pnrr e post-covid: quali devono essere le priorità dei politici

Ecco che dopo quasi un anno di discussioni e preoccupazioni a che il pacchetto di aiuti post Covid avesse buon esito, ecco che l’Ecofin, la riunione dei ministri finanziari dei 27 Stati membri, ha dato l’approvazione definitiva ai primi 12 piani nazionali di ripresa e resilienza, tra cui quello italiano. Questa tanto attesa decisione formale stata superata con soddisfazione, anche perché condizione essenziale per ottenere il pre-finanziamento: il 13% del totale di assegnazione all’Italia di 191,5 miliardi di Euro che corrisponde a 25 miliardi che arriveranno già nei prossimi giorni come anticipo per il primo step.

Tuttavia fino al 2026 le verifiche annuali sulle attività finanziate, sul buon andamento della qualità e dei tempi stabiliti dei programmi, permetteranno di garantire la continuità delle poste finanziarie previste. Dunque inizia un percorso decisivo per l’Italia. Dal successo del Piano dipenderà la riconquista della stabilità economica, sociale e politica futura. Ma se si dimostrasse un fallimento a causa dei vizi degli ultimi 30 anni, entreremmo in una crisi irreversibile che ingoierebbe letteralmente il Paese. Dunque le forze politiche e tutte le personalità che governano il complesso ed esteso sistema istituzionale locale e nazionale, sono chiamate direttamente alle loro dirette responsabilità.

Infatti si potranno ottenere i risultati attesi, alla sola condizione che i cittadini siano idealmente e concretamente coinvolti anche emotivamente a questo processo di attività proteso al cambiamento. Le necessarie buone progettazioni, programmazioni e gestioni, non basteranno se non dovessero esprimersi in ambiti amministrativi e politici in forte sintonia emotiva e tecnica nelle molteplici attività a sostegno della realizzazione dei piani previsti. La concentrazione ed immedesimazione della Nazione intera su questa scommessa deve essere grande almeno quanto il valore che riveste per il nostro futuro.

Le forze politiche non possono pensare che il loro compito si esaurisca nella loro formale approvazione del piano, per poi dedicarsi ad altro. Le riforme del fisco, giustizia, lavoro e pubblica amministrazione istruzione e formazione devono, con il concorso responsabile di tutti, essere fatte senza distrarsi su altri argomenti scivolosi politicamente. E’ avvilente che si sia deciso avventatamente di spaccare la politica e lo stesso Governo attraverso il tentativo di introdurre la legge Zan altamente divisiva, ed addirittura con il proposito freddo di rifiutare ogni mediazione come dovrebbe avvenire responsabilmente per ogni argomento sensibile per la convivenza della comunità intera. Un segnale inquietante che non solo depista rovinosamente le attenzioni dei cittadini dalle priorità del paese, ma che scuote anche l’idea del governo di unità inaugurato da Mario Draghi proprio per dedicarsi alla salvaguardia del futuro economico e sociale dell’Italia. Una manifestazione di immaturità, come quella che si sta esprimendo in queste ore, contro la giusta eventualità di limitare la presenza dei non vaccinati negli ambiti potenzialmente affollati di persone, per evitare di dare il fianco al Covid con le sue varianti più aggressive.

Si stanno ascoltando valutazioni surreali e perniciose sul rischio di limitazione di libertà che colpirebbe chi legittimamente, appunto per propria libertà può rifiutarsi di vaccinarsi, ma che deve rispettare a sua volta la libertà di chi ritiene sconsigliabile frequentare ambienti chiusi con chi non vaccinato. Questi accadimenti ben dimostrano i limiti gravi della politica, della loro incapacità ad immedesimarsi con le priorità del Paese, e soprattutto di come esercitare il proprio ruolo per ottenere consenso. Ma per fortuna siamo rassicurati dalla presenza di Mario Draghi, che per ora, è l’unico deterrente per ricondurre a miti consigli chi vuol deviare dal cammino obbligato per riconquistare buona economia e buona reputazione in Europa come nel mondo.

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