Categories: Editoriale

Le piante e la vita spirituale

Logo Interris - Le piante e la vita spirituale

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: Le piante e la vita spirituale

Le piante hanno la loro vita interna: nascosta, ma intensa. Come ha scritto recentemente un’autrice polacca:

“Bastoni, stecche, canne, tralci, ramoscelli – lunghe dita, impalcatura per foglie, fiori e frutti, ricoperti di dura corteccia, nascosti al mondo, tuttavia espongono le loro intime priorità, rivelando con la loro forma, con il linguaggio nascosto dell’anatomia, l’intera storia della loro vita, che può essere letta come un romanzo dalla trama imprevedibile. Nei capitoli della crescita del legno o nelle geometrie delle cellule – capsule nascoste in una foglia – c’è una registrazione della vita, in termini umani: ogni albero ha un carattere diverso, perché ognuno di loro è diverso”(U. Zajączkowska, Patyki i badyle).

Forse dobbiamo fare più attenzione alle piante. Osservarle, meditare, studiarle. È un buon esercizio per l’immaginazione. Attraverso ogni parabola Gesù ci invita ad esercitare la nostra immaginazione. È un itinerario senza fine – un’ escursione splendida nell’universo della sua creazione. Questa volta tocca alle piante. Dopo qualche frase sui gigli, sull’albero di senape, oggi appaiono la vite e la loro vita interna:

Io sono la vite vera. (…) Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.  (Giov. 15, 1; 5-6)

Gesù parla di se stesso e di noi attraverso una pianta. Racconta la sua struttura, il suo dinamismo, la sua vita interna e facendo questo svela le verità su di lui, su di noi.

La vita interna delle piante: misteriosa, delicata, obbediente al disegno del creatore, fedele alle sue intenzioni. Incanta ed affascina, ma è anche discreta ed umile. Come Gesù nella tomba al momento della risurrezione. La liturgia mette nella sua bocca questo versetto del salmo:

«Rifiorì la mia carne, e con tutte le mie forze canterò le sue lodi» (Sal 27,7).

Sant’Antonio di Padova collega questo testo sulla Risurrezione con un altro frammento botanico tratto dal Libro di Giobbe:

«Nell’albero c’è la speranza: se viene tagliato, di nuovo ricresce e i suoi rami crescono. Se la sua radice invecchia sotto terra e il suo tronco muore nella polvere, al sentore dell’acqua germoglia [di nuovo] e farà la chioma quasi come quando fu piantato la prima volta» (Gb 14,7-9)

Don Dolindo Ruotolo così descriveva il momento della Risurrezione:

“Il Sangue nel rifluire, circolò intorno ad esse e vi lasciò uno splendore divino; non le chiuse, ma le apri come boccioli tinti di rosa, e la vita si manifestò come raggio che saettava amore dal luogo dove la morte era passata prima vittoriosa e poi vinta. Era il trionfo della vita, manteneva aperta la breccia che aveva fatto la morte e l’arrestava sugli abissi da dove era uscita. La trasformazione del Corpo fu istantanea e la carne non fu più mortale ma gloriosa, quasi un aggregato di luci, di splendori, di profumi e di raggi di calore. Le bende che l’avvolgevano, la caverna che la rinchiudeva e la pietra sigillata non potevano impedirle il passo; non era un fantasma spirito, perché più tardi si fece toccare, era un Corpo trasfuso di gloria e di potenza, era la vita che aveva vinto la morte. Usci dalle bende che invano l’avvincevano, e non le infranse neppure tanto erano impotenti ad avvincerlo. Riaprì gli occhi splendenti d’amore e non li fissò sulle anguste pareti della caverna, tanta era la vita d’amore che saettava, e sorrise, ringraziando il Padre. L’attirò lo sguardo divino che si compiaceva di * immutabilmente nel seno del Padre dai secoli eterni. Quel bacio d’amore fece uscire il Corpo fuori della tomba, fuori della terra, e si trovò come sospeso in alto in un’estasi d’amore. Nessuno lo vide, poiché nessuno aveva lo sguardo proporzionato a tanta magnificenza; lo circondarono quasi le stelle mattutine cantaride e discesero gli angeli osannando; discesero quasi come li vide Giacobbe per la scala misteriosa. Quale momento d’amore!”.

Gesù e le piante, gli alberi. Gesù e noi – come pianta. La vita delle piante e la nostra vita – qual è? Misteriosa, delicata, obbediente al disegno del creatore, fedele alle sue intenzioni? Ammirevole ed affascinante, ma anche discreta ed umile? La nostra vita è quella di Gesù? Pulsa del ritmo dei sacramenti?

 

padre Bernard Sawicki: