Editoriale

Perché il Signore ci chiama ad essere sale della terra e luce del mondo

Oggi si dice che il sale non è salutare e viene considerato nocivo per la salute dell’uomo. L’espressione “essere sale” assume quindi una connotazione non del tutto positiva. Non c’è da stupirsi: in tempi in cui l’indolenza e la futilità la fanno da padrone, è preferibile non essere espressivi, non avere gusto – per non rischiare di incorrere in un rifiuto. Evitando di esporci il più possibile, alla lunga le nostre qualità si affievoliscono. Non solo non entrano in conflitto con gli altri, ma sono anche facili da modellare a seconda delle esigenze di questi ultimi.

Lo stesso vale per quanto riguarda la luce; averla in modo così facile, spesso schiacciando un semplice pulsante di uno dei numerosi dispositivi di cui disponiamo, non ci rende realmente consapevoli di questo bagno di luce in cui siamo continuamente immersi. Proprio per questo la luminosità della notte può essere equiparata a quella del giorno e spesso ci troviamo a viverla come se fosse tale. La presenza costante di luce o di qualche oggetto luminoso intorno a noi ci dà un senso di sicurezza, ma allo stesso tempo raccoglie e danneggia anche l’intimità. Di conseguenza, a volte preferiamo fuggire dalla luce, ridurla, in modo da creare uno stato d’animo di cui l’oscurità è una componente frequente.

Come possiamo allora comprendere la chiamata del Signore Gesù ad essere il sale della terra e la luce del mondo?

La risposta si pone su due livelli. Sul primo si può notare che oggi questo grido di Gesù è decisamente fuori luogo. Non piace a molte persone e ambienti perché disturba la pace e i loro intrighi. Per molte delle forze che operano nel mondo, la mancanza di gusto e l’eccesso di luce sono molto vantaggiosi perché confondono e deviano .

Il secondo livello di questa chiamata di Gesù riguarda il bisogno di gusto e di luce. Gesù si preoccupa che questi elementi non manchino al popolo e al mondo. Hanno un posto inalienabile nell’ordine della creazione e della salvezza! Chiunque voglia privarne le persone diventa di fatto un nemico dell’umanità. E questo è tanto più triste quanto più convince la gente che si sta meglio senza gusto e luce.

Da qualche tempo a Varsavia c’è un museo il cui titolo è tratto pari pari dal brano evangelico di Matteo “Mt 5,14, voi siete la luce del mondo“. È dedicato alla memoria di San Papa Giovanni Paolo II e del Beato Stefan Cardinale Wyszyński, Primate di Polonia. Come affermano i responsabili del museo, in questo momento devono darsi molto da fare per familiarizzare con questa luce, cioè i protagonisti del museo, il significato dei quali qualche decennio fa era indiscutibile, e mostrarne l’importanza. Oggi, soprattutto le giovani generazioni sono più vicine ad altri gusti e ad un’atmosfera più scura. E cosa sulla recezione del magistero di Papa Benedetto XVI, recentemente scomparso? Una sua intervista era intitolata proprio “Il sale della terra” nella quale indica che è destino dei testimoni quello di essere luce e del sale del mondo. Pertanto, la consapevolezza che “Voi siete la luce del mondo” e “il sale della terra” è un monito sempre più attuale per ognuno di noi.

padre Bernard Sawicki

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