Cristo arriva in un modo che nessuno si aspetta: lo Spirito che lo annuncia si posa su un uomo che si presenta in modo strano, Giovanni Battista, il precursore. Un uomo che vive nel deserto, grida di convertirsi e parla di perdono dei peccati. Noi, che oggi viviamo il tempo che San Bernardo definisce come quello della venuta intermedia di Gesù, ci chiediamo spesso come riconoscerlo, come poterlo accogliere.
Anche ai tempi della Sua prima venuta gli uomini si facevano queste domande, attendevano il Messia, aspettavano chi gli avrebbe riscattati dalla schiavitù, che forse avrebbe preso le loro difese di fronte ai nemici, mostrando la Sua potenza: ma l’arrivo di Gesù sorprenderà tutti, perché lui viene per liberarci dalla vera schiavitù dell’uomo, il peccato e la morte.
Il Vangelo di Marco oggi, infatti, non ci parla dei potenti del tempo, Cristo non viene per gli uomini legati alle cose del mondo, da coloro che, come al tempo di Gesù, erano ingannati dal successo di questo mondo, che in fondo si non aspettavano nulla: anzi, come Erode, sono sempre sospettosi e temevano soltanto che potesse arrivare un Messia che gli avrebbe spodestati.
Come si manifesta il Figlio di Dio nella sua prima venuta nella carne, così oggi nella nostra vita Cristo viene in un modo sorprendente, attraverso persone o fatti che umanamente non ci aspettiamo. Perché il Regno di Dio non ha bisogno dei potenti della terra, non vuole il successo e gli applausi, non si trova nelle persone famose, ricche e realizzate, che sono così piene di sé da non sapere riconoscerlo.
Cristo viene anche nel nostro tempo per piccoli, per coloro che sanno accoglierlo in un cuore che ha bisogno di essere amato e consolato.